Decreto “Cura Italia”: un sostegno all’economia da 25 miliardi di euro

Il provvedimento fa fronte all’emergenza coronavirus: è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 marzo e prevede una serie di misure a supporto, tra gli altri, dell’occupazione e delle piccole e medie imprese attraverso l’utilizzo del fondo centrale di garanzia, la sospensione degli obblighi di versamento per tributi e contributi e di altri adempimenti fiscali, oltre a incentivi fiscali per la sanificazione dei luoghi di lavoro

Il sostegno è rivolto ai lavoratori e alle aziende, con l’obiettivo che nessuno perda il posto di lavoro a causa dell’emergenza Covid-19.«I datori di lavoro, comprese le aziende con meno di cinque dipendenti, che sospendono o riducono l’attività a seguito dell’emergenza epidemiologica, possono ricorrere alla cassa integrazione guadagni in deroga con la nuova causale “Covid-19” per la durata massima di 9 settimane – si legge nel cosiddetto “decreto di marzo”, cui il Governo ha già annunciato farà seguito un altro ad aprile - Tale possibilità viene estesa anche alle imprese che già beneficiano della cassa integrazione straordinaria». Alt alle procedure di licenziamento per due mesi. «È precluso per 60 giorni l’avvio delle procedure sull’individuazione dei lavoratori da mettere in mobilità e sui licenziamenti collettivi, sono sospese nel medesimo periodo anche le procedure pendenti avviate successivamente alla data del 23 febbraio 2020», sottolinea il decreto.

Un miliardo e duecentomila euro è la cifra del Fondo di garanzia Pmi, al quale sarà possibile accedere gratuitamente per nove mesi. Per la garanzia diretta la percentuale massima di copertura sarà dell’80% (90% per controgaranzia dei Confidi) per importi massimi garantiti per singola impresa di 1,5 milioni di euro. Oltre la soglia di 1,5 milioni di euro, e fino a un tetto di 5 milioni di euro, la percentuale di copertura del finanziamento dovrebbe essere stabilita in base al modello di rating che attualmente regola il funzionamento del Fondo.

Altre misure sono state prese in campo fiscale, allo scopo di evitare che obbligazioni e adempimenti aggravino i problemi di liquidità. Sospensione dei pagamenti di ritenute, contributi previdenziali e assistenziali di marzo e aprile e dell’Iva di marzo per le filiere più colpite, nella cui lista figura anche la voce “Corsi, fiere ed eventi, anche di carattere artistico, culturale, ludico, sportivo e religioso”, a prescindere dal tetto di fatturato di 2 milioni di euro previsto per imprese, autonomi e professionisti di altri settori: si riprenderà a pagare a maggio in un’unica soluzione o in 5 rate; sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi per contribuenti con fatturato fino a 2 milioni di euro (versamenti Iva, ritenute e contributi di marzo). Stop alle ritenute per società e professionisti che hanno ricavi o compensi fino a 400 mila euro. Per questi contribuenti il decreto prevede che i ricavi e i compensi percepiti dall’entrata in vigore del nuovo decreto fino al 31 marzo non sono assoggettati alle ritenute d’acconto da parte del sostituto d’imposta.

A marzo è prevista una prima trance di 600 euro a titolo di indennità, che potrà essere prorogata in un successivo decreto, per, tra gli altri, liberi professionisti titolari di partita Iva attiva al 23 febbraio, co.co.co iscritti alla gestione separata, commercianti e artigiani.

Sono stati, inoltre, introdotti incentivi e contributi per la sanificazione e sicurezza sul lavoro. Infine per gli affitti commerciali, a negozi e botteghe viene riconosciuto un credito d’imposta pari al 60% del canone di locazione del mese di marzo.

(red.)

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