Gervaso, la passione per la storia e il giornalismo dietro quegli occhiali tondi

Nota firma di molte testate e volto altrettanto famoso di fortunate trasmissioni televisive, è scomparso a Milano martedì scorso a 82 anni (nella foto, tratta da repubblica.it)

“Qui giace Roberto Gervaso che ancora stenta a crederlo” era uno dei suoi tanti aforismi. Questo, in forma di epigrafe, tra l’altro, non era stato l’unico. Nonostante la salute precaria fin da giovane e di cui mai si lamentava, si divertiva a scherzare sulla morte. Diceva che ne accettava l’idea, anche se avrebbe accettato più volentieri un invito a un ballo in maschera. Dotato di grande ironia e sense of humour è stato uno dei primi giornalisti a essersi diviso tra la carta stampata (Corriere della Sera, Il Messaggero, Il Mattino, il Giornale) la radio e la televisione, occupandosi di politica e di costume. Look da dandy, completato dal papillon e dagli indimenticabili occhiali tondi, era davvero un personaggio capace di bucare lo schermo. Con la cultura e l’acutezza pungente delle sue osservazioni era riuscito a trasmettere nella gente la passione per la storia. Una passione che l’aveva portato a firmare vari volumi della Storia d’Italia con Indro Montanelli, del quale molti lo consideravano il delfino.

Luisa Espanet

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