Ottici in Europa: lockdown stile Italia (o anche peggio)

B2eyes TODAY ha condotto una rapida inchiesta su alcuni dei principali paesi del nostro continente, per capire se i centri ottici hanno potuto restare aperti, e in che percentuale, durante queste settimane di emergenza sanitaria globale

Francia – Il presidente Emmanuel Macron ha posto il paese in lockdown fino all’11 maggio. I negozi di ottica transalpini, che siano controllati da catene o indipendenti, sono aperti all’incirca per il 10% del totale e soprattutto per attività di emergenza.

Il dato è evidenziato anche dalla Fédération nationale des opticiens de France, l’associazione di categoria nazionale, che ha realizzato un’inchiesta fra il 7 e il 14 aprile per analizzare la situazione dei centri ottici nel paese, in lockdown dal 3 marzo. Come riportato da acuité.fr, dei circa 800 ottici intervistati, il 59% è risultato chiuso, il 33% ha abbassato la serranda ma ha un servizio su appuntamento. Un esempio è la catena Alain Afflelou che “resta all’ascolto”. «I nostri negozi sono chiusi a data da definirsi: anche da remoto, restiamo attivi per rispondere alle vostre domande via chat, tramite il nostro modulo di contatto», si legge sul sito della catena francese che conta un migliaio di negozi in Francia e circa 400 in Spagna.

Spagna – La situazione non è molto diversa da quella italiana: i centri ottici possono rimanere aperti in quanto considerati fra le attività essenziali. Numerosi i punti vendita che hanno scelto di abbassare la serranda. Chiusi, ad esempio, gli oltre 220 negozi diretti e i 70 franchising di General Optica, catena ottica punto di riferimento in Spagna controllata da De Rigo Vision, in lockdown dal 6 marzo e che prevede di ripartire non prima del 9 maggio. Altri, invece, rimangono aperti. Per citare un esempio, Optimal Optic garantisce l’apertura dei 15 punti vendita fra Alicante e Murcia, a sud est del paese. «In accordo con i provvedimenti governativi, siamo normalmente operativi», si legge sul sito dell’insegna.

Regno Unito – Il lockdown è entrato in vigore il 9 marzo ed è probabile, secondo le ultime dichiarazioni del governo britannico, che non termini prima di giugno. Specsavers è attivo solo per urgenze: così si apre il sito internet della catena inglese, che conta circa duemila negozi in Gran Bretagna e Irlanda, ma anche in Olanda, Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Spagna e Nuova Zelanda. Temporaneamente chiusi anche i centri ottici di Boots Opticians, che sul proprio sito ha pubblicato una serie di video per rispondere alle domande più frequenti su salute e benessere visivo e coronavirus.

Germania – Il lockdown è partito il 12 marzo e da ieri è iniziata la fase due, pur con differenze tra i vari Lander. Sulla situazione nazionale dei centri ottici dal 26 marzo al 1° aprile la Zva, l’associazione di categoria tedesca, ha condotto un sondaggio online sugli effetti della crisi da coronavirus per gli ottici di medie dimensioni: ben il 95% degli oltre 1.500 partecipanti al sondaggio ha continuato a tenere aperto nonostante l’emergenza sanitaria. Inoltre, i due terzi degli intervistati non volevano chiusure ufficialmente stabilite per garantire il servizio a oltre 40 milioni di tedeschi che dipendono da occhiali, lenti a contatto o ausili per la visione.

Fielmann, con circa 700 centri ottici sul territorio, è aperto con orario ridotto in tutto il paese e operativo per le urgenze su appuntamento, ma con rigide regole di distanziamento e precauzioni igienico-sanitarie. Apollo, che ha circa 860 filiali in Germania, tiene invece aperta la maggior parte dei centri ottici, ma con un messaggio chiaro: ha adottato tutte le precauzioni igieniche e prega i clienti di recarsi in negozio solo se sono in salute e se il controllo è strettamente necessario.

Resto d’Europa – In diverse nazioni, soprattutto nell’area orientale del continente, come Polonia, Slovenia o Grecia, ad esempio, è stato adottato sin da subito il modello italiano: centri ottici prevalentemente chiusi in queste settimane o aperti con orari ridotti e disponibili per le emergenze.

(red.)

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