Domenica scorsa, a ridosso del suo 56esimo compleanno, con una funzione laica partecipata all’inverosimile, un centinaio fra amici e parenti hanno salutato Barbara Merli alla Casa del Commiato di Nova Milanese, cintura nord del capoluogo lombardo. La copiosa presenza, che travalicava il giardino antistante, dava la misura della simpatia e del favore che Barbara godeva presso gli studenti, gli amici e il mondo dell’ottica in generale, ormai da anni.
Diplomatasi in ottica e specializzatasi in optometria a Milano alla fine degli anni 90, ha iniziato da subito a insegnare presso l’Istituto Galilei continuando, senza risparmiarsi, anche oltre la comparsa della malattia che l’ha accompagnata alla fine. Le numerose espressioni di ricordo che le hanno lasciato accanto contenevano tutta la felicità per il regalo che la sua vulcanica e tenace energia positiva ha donato negli anni a chiunque ha avuto la fortuna di conoscerla.
«Si è spenta una mola manuale, una lottatrice di lenti potrei dire - la ricorda Matteo Pisana, titolare de Il Mio Ottico, a Milano - Ebbene sì, ti voglio proprio ricordare e paragonare a una instancabile mola manuale! Sempre presa da mille impegni ma sempre disponibile a prenderti cura degli altri: il tuo obiettivo era risolvere i problemi, nei corridoi della scuola ascoltavi tutti, con il tuo sorriso cercavi sempre di fare stare bene chiunque. Sei stata un punto di riferimento molto importante per il mondo dell’ottica, hai dato tutto quello che sapevi. Ci siamo conosciuti che ero il tuo studente più “casinista” per poi diventare il tuo ottico per 17 anni, mi riempivi di gioia quando mi chiedevi consigli per le tue lezioni per poi invitarmi a parlare a scuola al tuo fianco. Grazie di tutto, sei stata più di una semplice insegnante, un’amica, una persona speciale su cui poter contare sempre. Voglio salutarti come in ogni messaggio ci salutavamo: al tuo “Ciao numero uno”, rispondevo “Ciao prof mia”».
«Ti ritrovo nei corridoi del Galilei, quelli che hanno segnato la nostra adolescenza - racconta la collega Monica Speziali - Ora siamo proiettati verso nuovi orizzonti, verso altre realtà: i figli, la famiglia, il lavoro. I nostri pensieri, i nostri ideali e la nostra essenza si intrecciano in un connubio di piacevole condivisione. Passano gli anni, ma le nostre visioni del mondo e ciò che ci circonda rimangono sempre lì, come un punto fisso, una bandiera da sventolare con orgoglio. Quanti ricordi, quante emozioni! Nonostante i momenti difficili, noi abbiamo sempre affrontato il tempo insieme, mano nella mano. Quello che ci è stato concesso, non so da chi, è stato davvero bellissimo. Buon viaggio, amica mia. Non sarai più qui con me, non sarai visibile ai miei occhi, ma continueremo a camminare insieme, nel ricordo e nell’amore».
Un’altra collega lascia il suo ultimo saluto. «È stata un’amica e collega generosa, ironica, intelligente e solare, un'insegnante amatissima, professionale e umana - dice Manuela Terragni, docente di Optometria e figura storica della scuola civica milanese - Chi ha avuto modo di conoscerla si considera fortunato. Barbara è nel mio cuore e mi mancherà moltissimo».
Così la ricorda Rodolfo Baiocchi, per anni presidente delle Scuole di Ottica in Rete. «Ti ho conosciuta tanti anni fa, ero “lo zio di Roma”, e da lì è nata un’amicizia fantastica con te e la tua meravigliosa famiglia, continuata nel tempo grazie alla rete di scuole nella quale eri un punto di riferimento a Milano - sottolinea Baiocchi - Ci siamo sentiti ultimamente con la promessa di vederci al più presto: lasci un vuoto enorme cara Barbara, amica prima che collega, dolce e sensibile».
«L’amicizia nata nel tempo della scuola aveva in sé quella strana magia che prefigurava una concordia che sarebbe durata nel tempo, come poi è successo, e il merito è stato tutto della tua trascinante esuberanza che ha saputo trasformare la differenza di ruoli in un meraviglioso equilibrio - conclude Sergio Cappa (nella foto sopra, con Barbara Merli) - La tua assenza sarà presente a lungo in tutti noi».
Il ricordo della sua vivacità rimarrà nella memoria di quanti hanno voluto ritirare quella sua foto sorridente (nella foto principale), il giorno dell’addio, con quel suo augurio: “Che sia una festa memorabile”.
A cura della redazione