«Questo progetto per lo studio nei bambini dagli 8 ai 14 anni sulla prevenzione della progressione miopica, denominato “Miopia? No grazie!”, si prefigge di monitorare bambini delle classi quarta e quinta della scuola primaria e della scuola media in Italia per tre anni consecutivi: con il massimo della privacy, i genitori dovranno compilare i questionari che costituiscono parte integrante della ricerca - spiega a b2eyes TODAY Luigi Seclì (nella foto), docente all’ateneo salentino e tutor dell’iniziativa - Per avvalorare la scientificità del lavoro è prevista una modalità di test-controllo: una volta effettuate le analisi visive funzionali e descritte le procedure pensate per rallentare la progressione miopica, il campione sarà diviso in soggetti che non effettuano azione di rallentamento e in chi adotterà trattamenti per il rallentamento della progressione miopica. Le analisi visive a entrambi i gruppi di studio devono essere comunque eseguite a scadenze parallele in modo da comparare i dati in maniera corretta: i controlli periodici saranno quindi eseguiti nello stesso arco temporale sia per chi accetta i trattamenti di rallentamento sia per chi non li accetta».
L’Università del Salento, attraverso il corso di laurea in Ottica e Optometria, porta il suo contributo in termini di direttive, tutor del programma di ricerca e studenti interessati a collaborare. Il dipartimento di Psicologia del medesimo ateneo si occupa della compilazione e analisi dei dati sui questionari. L’Albo degli Ottici Optometristi propone i professionisti che partecipano alla ricerca. Quali sono gli obiettivi? «Innanzitutto un’indagine epidemiologica per conoscere l’incidenza della miopia e dei disturbi binoculari nella popolazione scolastica della scuola primaria e media, poi una verifica su quali disturbi binoculari accelerano la progressione miopica e su come controllare durante la durata del progetto l’efficacia della somministrazione di procedure preventive per rallentarla - dice ancora Seclì - Infine l’elaborazione e la successiva pubblicazione dei dati: se si constata la validità delle procedure preventive, sarà quindi possibile stilare un protocollo che possa essere applicato su scala nazionale. Perché il progetto sia statisticamente attendibile, l’indagine richiede il completamento di almeno duemila schede, equamente ripartite tra test e controlli, da monitorare nei tre anni previsti».
Come verrà coinvolta la classe medica? «È prevista una scheda di valutazione destinata all’oculista per quanto riguarda la biometria con il cicloplegico - ricorda Seclì - Il numero di oftalmologi che aderiranno dipenderà anche dal livello di collaborazione con gli ottici optometristi che partecipano allo studio».
L’ateneo non è nuovo a questo tipo di attività. «Già nel 2008 avevamo realizzato una serie di screening relativi all’incidenza dei disturbi binoculari sulla miopia: ora che questo deficit visivo è in progressivo aumento, abbiamo sentito l’esigenza di valutarlo con particolare attenzione, tenendo in considerazione le opportunità offerte dalla tecnologia per rallentarne l’evoluzione», conclude il docente pugliese.
A.M.