CooperVision: dalle lac una scintilla per la ripartenza

Delineare gli strumenti necessari per la ripresa delle attività: è stato l’obiettivo della tavola rotonda online organizzata nei giorni scorsi dall’azienda di lenti a contatto, che ha messo a confronto i vertici di Cecop, GreenVision, Netcity, Opto In, Oxo e Vision Group

Centralizzazione delle informazioni e nuove esperienze d’acquisto grazie soprattutto al servizio di centri ottici sempre più professionali: sono i punti chiave emersi dall’incontro online, promosso da CooperVision Italia e moderato da Roberto Rasia dal Polo, che ha riunito i principali soggetti della distribuzione organizzata dell’ottica in Italia per condividere strategie e nuovi modelli da adottare a seguito dell’emergenza Covid-19.

«Stiamo finalizzando il piano di ripartenza della categoria - ha detto in apertura Andrea Milletti (nella foto), country manager di CooperVision Italia - Per farlo abbiamo bisogno di confrontarci con gli attori chiave della nostra filiera sulle criticità e opportunità dello scenario imminente. È importante sfruttare la frequenza di riacquisto delle lenti a contatto, che le rende una buona scintilla per riaccendere la ripartenza, oltre che difendere le performance della categoria in questo momento di diffusa difficoltà».

Il primo elemento emerso riguarda gli ottici che si ritrovano disorientati e indeboliti, anche a seguito delle informazioni contraddittorie che sono recentemente circolate sull’uso o meno delle lenti a contatto in presenza dell’epidemia da coronavirus. «L'idea di fare squadra sulla filiera è la soluzione migliore per gestire la difficoltà che dovremo affrontare – ha ricordato Marco Procacciante, amministratore delegato di Vision Group - In logica solidale, vanno evitati conflitti all'interno delle professioni e una risposta chiara deve venire a livello scientifico e associativo, dove Assottica gioca un ruolo ancora più importante delle singole aziende che ne fanno parte».

Rassicurare anche il consumatore finale è uno degli obiettivi. In questo l’industria rimane per i big del retail il punto di riferimento «e per questo alle aziende chiediamo di assumere il ruolo di facilitatore nei confronti della distribuzione, per avere le informazioni tecnico scientifiche necessarie a rassicurare – ha affermato Massimo Barberis, direttore generale di Optocoop Italia-Oxo - Chiediamo ai produttori di dotarci degli strumenti necessari per poter comunicare efficacemente al consumatore». Non solo. Se si prospetta una nuova era che dovrà rassicurare l’utente finale senza incutere paura, è necessario un modello unico di protocollo. «Dovremo tutelare gli ambienti, comunicando al consumatore che può venire nei punti vendita con tranquillità», ha commentato Roberto Marlazzi, presidente di Netcity. Inevitabile quindi la trasformazione che coinvolgerà i centri ottici e che modificherà le dinamiche di gestione del punto vendita: un cambiamento fatto di appuntamenti, di spazi da creare, ma anche di code e di attese. «Dovremo mettere in atto un modello di gestione più innovativo – ha sottolineato ancora Barberis - La vendita come servizio, non come prodotto, così che all’interno del centro ottico il cliente trovi una serie di attività accessorie che vanno dalla prima applicazione alla visita periodica, alla consegna a casa, cioè maggior legame e fidelizzazione. Un ripensamento del modello di business per andare incontro alle sfide del web, alzando l’asticella verso una sempre maggiore professionalità, verso un’esperienza di acquisto diversa, innovativa e più moderna».

Tale trasformazione potrebbe segnare una svolta nei comportamenti e nell’approccio con il cliente, a favore di entrambi. L’obiettivo comune è puntare alla professionalità e al servizio. «Questa pandemia sarà l’acceleratore per dare un valore fisico ed economico al servizio, che sarà sempre più importante a scapito del prodotto - ha concluso Marlazzi - L’online non può dare servizio, ma il servizio non può essere gratuito altrimenti non può essere un valore».
(red.)

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