Con un punto vendita a Lentiai, Zampol d’Ortia ha dato vita nel 2019 a una esposizione virtuale, Moi aussi, grazie all’iniziativa da lui stesso lanciata in tutto il mondo: realizzare un’opera partendo da un unico oggetto, un paio di occhiali
Gli occhiali come una tela su cui dipingere. Questo il concetto alla base della galleria virtuale Moi aussi. «Moi aussi, anch’io voglio essere un artista - spiega a b2eyes TODAY Andrea Zampol d’Ortia, ottico con un negozio a Lentiai, vicino a Belluno, dove propone modelli da lui disegnati, tutti in ecoacetato nero - Mi sono sempre occupato d’arte, ho seguito parecchi artisti e così quando ho compiuto sessant’anni mi è venuto in mente di legare i due mondi, appunto gli occhiali e l’arte, in un unico progetto. Con la collaborazione di mio figlio Luca, diplomato al Naba che cura la comunicazione, abbiamo registrato il marchio e, grazie alla rete, abbiamo proposto ad artisti di tutto il mondo di creare un’opera partendo da un paio di occhiali». In molti hanno risposto e a questi sono stati spediti degli occhiali, studiati per l’occasione, che dovevano diventare la base, appunto la tela, su cui lavorare. Tra i primi a presentare i lavori gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nessuna richiesta di temi specifici cui ispirarsi, ma completa libertà di scelta. Nessun fine di lucro, ma un modo per dare visibilità agli artisti. «Qualche galleria e dei collezionisti ci hanno chiesto di acquistare dei pezzi, ma noi vogliamo tenerli tutti, insieme - continua il professionista - Venderne qualcuno sarebbe come strappare un arto a una persona».
Ogni occhiale trasformato è accompagnato dal racconto dell’artista, di come l’ha ideato e perché. «È diventato un progetto di carattere antropologico-politico», aggiunge Zampol. Particolarmente interessante, perché tutto è nato nel 2019 e si è sviluppato quindi in piena pandemia. Un artista colombiano ha inserito negli occhiali piccoli microfoni per riprendere una manifestazione a Bogotà contro il governo. Un avvocato di Gant, con un padre non vedente, ha proposto un’opera con il braille. Gli artisti ora sono una sessantina, ma stanno crescendo. Risultato una galleria davvero variegata all’insegna di una straordinaria creatività. Negli obiettivi l’istituzione di un premio (nella foto, l'opera dell'artista ecuadoriano Marcello Martinez Vega).