Prossima fermata: oculista

L’Anteprima del Progressive Business Forum è risultata l’evento di sintesi di questa prima parte del 2021: un salotto composto da classe medica, industria oftalmica e retail ottico, unitamente alla figura del presidente di Federottica. L’obiettivo del confronto era il tema tecnico delle progressive personalizzate, per poi focalizzarsi su difficoltà e opportunità offerte da una filiera della visione che comprenda anche l’oftalmologo

L’oculista non si sente parte, a detta di Matteo Piovella, presidente Soi, della filiera ma ne riconosce il bisogno. In sostanza, se il nostro settore riesce a dare un senso alla collaborazione fattiva con la classe medica, si può superare un divario che dura da decenni e che rappresenta il vero freno alla modernizzazione del rapporto del cittadino con la salute e la correzione visiva. Lo stesso Piovella ha evidenziato che nel nostro paese c’è una assistenza oculistica che, a causa di problemi burocratici, si muove al 25% delle sue potenzialità. Significa che se l’offerta da parte dell’area medica fosse a pieno regime, l’incidenza di prescrizioni e di occhiali sul mondo dell’ottica risulterebbe eccezionale.

Il compito dell’Anteprima del 5 luglio era offrire spunti di riflessione, nuove idee e opinioni. L’oftalmologo Luigi Mele (nella foto, a destra, con Nicola Di Lernia) ha condiviso il concetto che sarà la diffusione della cultura della salute visiva ad aiutare l’intera filiera a sviluppare un mercato e un atteggiamento più vicini alla qualità della vista richiesta dai tempi moderni. E che la filiera stessa, intesa come sistema di relazioni a favore delle persone, era quella presente nel salotto dell’evento, pur dando al medico oculista la facoltà di non collocarvisi formalmente, ma certo non di osteggiarla. In seconda battuta, ma non meno importante, il dialogo tra Piovella e Andrea Afragoli, presidente di Federottica, dopo un’interruzione di alcuni anni: è stato molto soddisfacente, al punto che alla fine dell’evento era lecito chiedersi cosa manchi perché tutto possa funzionare meglio. Se, con un gesto di coraggio, ci mettiamo noi, dal lato ottico, a pensare di ricreare la giusta armonia, viene naturale osservare che molti degli occhiali nascono da ricette mediche e che gli oftalmologi che mandano i clienti in farmacia o sconsigliano le progressive non devono essere più una scusa per non tenere viva la collaborazione tra le due professioni.

Se vogliamo che il cittadino faccia spesso occhiali e li faccia al meglio in base alle sue esigenze, dobbiamo aiutarlo a recarsi periodicamente anche dallo specialista: una soluzione visiva che nasce da una prescrizione medica ha una qualità intrinseca maggiore. Serve alla nostra categoria che la filiera venga rispettata piuttosto che “saltata” per motivi utilitaristici. Serve che il cittadino faccia fermata anche dall’oculista e che, se non ci arriva da solo, glielo ricordi il suo ottico optometrista. Se aumenteranno le visite oftalmologiche nel nostro paese, pubbliche e private, cresceranno considerevolmente anche le buste lavoro nei centri ottici e la qualità stessa della soluzione. Troviamo per il Progressive Business Forum del 19 e 20 settembre un esempio pratico che possa mettere in moto più velocemente la ruota della visione nel nostro paese. Lasciamoci alle spalle le considerazioni opinabili e puntiamo a una forte equazione: maggiore prevenzione, migliore salute e più valide performance visive dipendono da maggiori controlli oculistici, rotazione di occhiali e qualità nelle lenti. Facciamola diventare una formula magica per il nostro futuro, rispondendo da persone mature a questo compito.

Nicola Di Lernia

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