Blocco dei licenziamenti, l’occhialeria è esclusa

Il decreto legge su lavoro e fisco del 30 giugno scorso lo prevede ancora solo per i comparti con codici Ateco 2007 13, 14 e 15, cioè tessile, abbigliamento e articoli in pelle: dal 1° luglio al 31 ottobre 2021 potranno, infatti, fruire di altre 17 settimane di Cassa integrazione Covid gratuita. Il settore dell’eyewear non è contemplato e i sindacati esprimono serie preoccupazioni

«I datori di lavoro delle industrie tessili, delle confezioni di articoli di abbigliamento e di articoli in pelle e pelliccia, e delle fabbricazioni di articoli in pelle e simili, identificati, secondo la classificazione delle attività economiche Ateco 2007, con i codici 13, 14 e 15, che, a decorrere dalla data del 1° luglio 2021, sospendono o riducono l’attività lavorativa, possono presentare, per i lavoratori in forza alla data di entrata in vigore del presente decreto, domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale di cui agli articoli 19 e 20 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27 per una durata massima di diciassette settimane nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 31 ottobre 2021. Per i trattamenti concessi ai sensi del presente comma non è dovuto alcun contributo addizionale», precisa la Gazzetta Ufficiale.

Anche per fronteggiare situazioni di particolare difficoltà economica presentate al ministero dello Sviluppo economico, ai datori di lavoro «che non possono ricorrere ai trattamenti di integrazione salariale è riconosciuto, nel limite di spesa di 351 milioni di euro per l’anno 2021, un trattamento straordinario di integrazione salariale per un massimo di tredici settimane fruibili fino al 31 dicembre 2021», si legge ancora a proposito del decreto del governo Draghi.

Tra i settori industriali rimasti esclusi dal blocco dei licenziamenti fino al 31 ottobre figura anche quello dell’occhialeria, per il quale rimangono valide le 13 settimane annue di Cassa integrazione ordinaria, già previste prima della pandemia. «Non capisco come si possa definire storico questo accordo tra governo e parti sociali - afferma a b2eyes TODAY Denise Casanova, segretaria generale di Filctem Cgil Belluno - A noi operatori sindacali sul territorio offre pochi strumenti utili, per cui chiederemo a Confindustria di mettere in campo tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione». Per quanto riguarda nello specifico il distretto bellunese degli occhiali, i sindacati sono preoccupati soprattutto per quanto concerne le piccole realtà. «Fino a oggi, infatti, con il blocco totale dei licenziamenti, tutte le aziende ne erano interessate: ma mentre le più grandi, nel caso in cui d’ora in poi volessero licenziare, dovranno comunque avviare una procedura di mobilità, quelle con un numero di dipendenti sotto i 15 saranno più facilitate a farlo - spiega ancora Casanova - La situazione di mercato del comprensorio di Longarone e Cadore sta mostrando segnali di ripresa, ma sono soprattutto i piccoli contoterzisti che hanno sofferto in questi mesi e i loro collaboratori potrebbero più facilmente pagare le conseguenze di questo decreto».

«Confindustria Moda non ha mai visto il prolungamento del blocco dei licenziamenti come la soluzione ideale: è giusto che le imprese possano ancora fruire di ammortizzatori sociali che siano di facile accesso e che non pesino sulle loro casse, ma, una volta esauriti, alle aziende deve essere ridata l'opportunità di riorganizzarsi per innovarsi e competere con successo sui mercati e, prima lo fanno, meglio è per tutti», commenta al nostro quotidiano Carlo Mascellani, responsabile delle relazioni industriali di Confindustria Moda. Per quanto riguarda l’occhialeria, nello specifico, «non si sentiva questa pressione, perché la situazione di mercato è abbastanza positiva, nonostante mesi di emergenza sanitaria in cui peraltro tutti i settori hanno sofferto», sottolinea Mascellani (immagine tratta da Freepik).

(red.)

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