Allearsi al tempo della pandemia

Ci sono ancora pochi episodi di collaborazione per superare l’emergenza sanitaria da Covid. Anzi, possiamo parlare più di guerra dei vaccini che di coalizioni per produrne e somministrarne di più in tutto il mondo. Nell’ottica invece qualcosa di nuovo sta succedendo

Eppure la pandemia dovrebbe creare una nuova forma di coesione finalizzata al superamento di un momento estremamente critico che lascerà numerosi e altrettanto lunghi strascichi. Una volta, nella new economy, la si chiamava “coopetizione”: riguarda l'innovazione aperta e si riferisce alla competizione collaborativa tra due concorrenti che intraprendono la strada del sostegno reciproco per creare e sviluppare nuovi prodotti e servizi. Può trattarsi anche di parziale convergenza tra due attori che non pregiudica i rispettivi business ma crea una opportunità comune. Nell’ottica si sono visti pochi casi di successo di coopetizione trasversale, ovvero integrazione tra aziende di diversi segmenti, come l’oftalmica e le montature, ad esempio. Recentemente, però, sono stati lanciati due progetti in linea con questo concetto. Il primo legato al bambino, tra Look-made in Italia e Ital-Lenti, e il secondo al glasant, tra Blackfin e Optovista. Resta vivo, poi, quello in famiglia tra Luxottica ed Essilor con Ray-Ban Authentic, dove lente e occhiale nascono dalla stessa pancia. Il resto è silenzio. Oftalmica e lenti a contatto non si guardano, le montature vivono in un mondo a parte. Caos calmo. Nel momento in cui il Parlamento italiano approva il Recovery plan da oltre 200 miliardi di euro che Mario Draghi afferma essere la scommessa dell’Italia per il proprio futuro, possiamo anche nell’ottica fare una riflessione riguardo il nostro di futuro?

Le aziende parlano tanto al retail di up e cross selling, pur non praticandolo tra di loro. Andare ognuna per la propria strada non aiuta la crescita generalizzata del settore e i dati di vendita lo sottolineano. Se quelli aziendali sono a posto, quelli del mercato interno piangono: penetrazione poco incisiva della lente a contatto, ricambio ancora lento dell’occhiale da vista, scarsa cultura, da parte delle persone, della multidotazione e in generale della vista.

Il modello applicato in questi trent’anni di ottica in Italia ha fatto bene al piccolo giardino di ciascuno, lasciando il grande bosco delle opportunità in comune incolto e sottostimato per l’impatto sociale ed economico che potrebbe avere. Occorre una nuova visione del mercato, un obiettivo collettivo da cui cogliere ciascuno il suo ma che sia superiore all’attuale, con la volontà di mettersi tutti intorno a un tavolo. Grandi e piccoli. Multinazionali e distretti che sono nati per tale scopo e oggi spesso trascurano la coopetizione. Anche per il retail indipendente ci sono riflessioni da fare. Lasciatevi contaminare. Arricchitevi di servizi e prodotti extra. Date al cliente qualcosa di più di quello che offrite da trent’anni. Siate disponibili all’innovazione e non confondete la trasformazione digitale con la realizzazione di un sito di e-commerce. Questo lo si poteva mettere in piedi già due decadi fa.

Nicola Di Lernia

Professione