Anche Santa Lucia ha abbassato gli occhi davanti al Covid

In un 2020 che nessuno potrà scordare e ha lasciato il segno su ciascuno di noi, la celebrazione della protettrice della vista e degli ottici è passata in secondo piano. E a causa della nuova ondata di pandemia, anche gli eventi e le iniziative organizzate dai professionisti o i tradizionali momenti conviviali, che sempre hanno distinto la ricorrenza, dedicati allo stare insieme e alla condivisione, hanno dovuto cedere il passo di fronte alla necessità di gestire una quotidianità divenuta più complessa

“E però puote anche la stella parere turbata: e io fui esperto di questo l’anno medesimo che nacque questa canzone, che per affaticare lo viso molto, a studio di leggere, in tanto debilitai li spiriti visivi che le stelle mi pareano tutte d’alcuno albore ombrate. E per lunga riposanza in luoghi oscuri e freddi, e con affreddare lo corpo de l’occhio con l’acqua chiara, riunì sì la vertù disgregata che tornai nel primo buono stato de la vista”.

Questo scrive l’Alighieri nel Trattato Terzo, e ultimo, al Capitolo XII del Convivio, parlando di sé e della vista che si andava affievolendo con lo studio incessante: il figlio Jacopo annoterà di avere chiesto l’intercessione di Santa Lucia, ottenendo la guarigione. La santa siracusana è colei che accoglie tra le sue braccia il poeta addormentato per trasportarlo in volo e deporlo sulla soglia del Purgatorio e che poi Dante ritroverà nella gloria dell’Empireo, accanto a Maria e San Bernardo: Dante aveva per la Santa protettrice della vista una venerazione tutta particolare, forse proprio per quella sua patologia.

Santa Lucia è anche la protettrice della nostra professione e a lei viene dedicata, ogni anno, la festa corporativa, propiziatoria di buone nuove, nel giorno delle Idi di fine d’anno. Pronipote lontana della Consualia, festa pagana dedicata a Conso, dio dei granai e degli approvvigionamenti, che si teneva al Circo Massimo a metà dicembre, la festa di Santa Lucia è da anni anche un piacevole momento d’incontro che annualmente le confederazioni professionali indicono in occasione della data del santo patrono, il 13 dicembre, anticamente considerato giorno del solstizio d’inverno. Ma quest’anno, a colei che porta la luce nel mondo, un invisibile nemico, anarchico nella gamma degli spostamenti e democratico nella scelta delle vittime, ha consigliato di differire l’appuntamento: chi con fierezza ha tenuto alto lo sguardo dinanzi alle torture di Diocleziano sino a morirne a 21 anni il 13 dicembre del 304, oggi, molti anni dopo, ha abbassato gli occhi dinanzi a un riposto e perfido demone.

Singolare e malinconico contrappasso dantesco, mesta metafora delle nostre boriose certezze. Ma Lucia disse, presentandosi a Dante sulla soglia del Purgatorio: “lasciatemi pigliar costui che dorme, sì l'agevolerò per la sua via”. È la speranza che la Santa Notte ci porti il conforto che questo laico e virale sonno purgatorio si possa conchiudere con l’ascesa prossima alla ritrovata normalità, possibilmente mondata dalle imperfezioni della precedente.

Sergio Cappa

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