Da quelle griffate lanciate alle prime avvisaglie del Covid-19 con costi esorbitanti a quelle effettivamente utili in questo momento di grave emergenza, realizzate da grandi e importanti aziende fashion
La notizia che un’azienda di moda in poche ore sia stata capace di confezionare e distribuire mascherine per il Coronavirus ha fatto il giro del mondo. Si tratta del Gruppo Miroglio, con marchi come Elena Mirò per le donne curvy, di cui Vanessa Incontrada è testimonial e stilista di una capsule collection. Con la consulenza dell’atélier fashion e la tecnologia aziendale ha realizzato un modello in cotone ed elastan trattato con prodotti idrorepellenti e lavabile fino a dieci volte. Dopo averlo sottoposto al controllo dell’Unità di crisi di Torino ha cominciato immediatamente la produzione che arriverà a 600 mila pezzi, con un invio quotidiano, già in corso, di poco meno di 100 mila, venduti a prezzi minimi.
Anche le aziende tessili del Biellese si stanno organizzando per produrre mascherine individuali, cioè non sanitarie. Negli ultimi giorni si è aggiunta anche la Manifattura Calze Ileana, azienda di Carpenedolo, in provincia di Brescia, che ha riconvertito parte della sua produzione per realizzare mascherine di protezione.
Niente a che vedere con quelle griffate, proposte a prezzi esorbitanti come accessorio per fashion victim da alcuni brand alle prime avvisaglie di Covid-19. Da Gucci è in cotone con la doppia G di cristalli, indossata ai Grammy Awards da Billie Eilish. Da Fendi è in seta con la doppia F, da Louis Vuitton ovviamente con il monogramma. Ma quest’ultimo si è riscattato. Lvmh, colosso del lusso di cui fa parte, dal 16 marzo al posto dei profumi Dior, Givenchy, Guerlain produce un gel idroalcolico disinfettante per mani, da distribuire gratuitamente negli ospedali. A parte questi aiuti diretti, svariate le iniziative del fashion system per l’emergenza Coronavirus. Dalle donazioni di Armani, Dolce & Gabbana, Moncler, Benetton e altri ancora alla donazione con proposta di crowdfunding di Elisabetta Franchi, alla proposta di crowdfunding di Simona Corsellini, giovane brand in ascesa. Fino al contributo di Carlo Pignatelli per l’asta organizzata da Charity Stars per la raccolta di fondi da destinare al sistema sanitario nazionale. E cioè il lussuoso smoking in shantung di seta bianco, indossato da Achille Lauro all’ultimo Festival di Sanremo (nella foto). O ancora il bracciale Composable #iorestoacasa di Nomination con l’invito a combattere il virus. È di qualche giorno fa l’appello lanciato su Instagram da Laudomia Pucci, figlia del famoso stilista, per chiedere alle aziende di tessuti “tessuti non tessuti” per mascherine e alle aziende di abbigliamento di confezionarle.
Luisa Espanet