Il centro ottico di Spilimbergo, in provincia di Pordenone, dedica l’ottava edizione di Avveduti, la rassegna che ospita annualmente dal 2012 per avvicinare le persone all’arte in maniera diversa, agli spazi vuoti e alle infinite possibilità che possono donare, con la prima di cinque mostre che ha preso il via sabato 16 marzo
È ispirandosi a un viaggio alla scoperta dell’inesplorato che il tema di quest’anno, l’estetica dell’assenza, «mette in relazione arte e contesto sociale, nel voler ampliare la visione, dando un nuovo respiro allo sguardo, creando percorsi nel deserto più ampio, alla ricerca di stimoli che possano insegnarci a ritrovare il miglior senso del nostro esistere nelle più piccole pieghe del presente», spiega sulla pagina web dedicata la curatrice di Avveduti, Chiara Moro. «Di solito le lascio carta bianca, come input le ho chiesto di coinvolgere la locale scuola di mosaico per rimanere legati alle nostre zone e artisti del territorio, perché spesso abbiamo delle eccellenze vicino a noi e neppure le conosciamo - racconta a b2eyes TODAY Vania Vidotto, titolare del centro ottico - Moro ha contattato alcuni mosaicisti, che in epoche diverse hanno frequentato la scuola, i quali lavorano in modo differente con gli spazi che si creano tra le tessere o togliendo, ad esempio, materiale dalle lastre di acciaio, per creare opere in cui sono i vuoti stessi, le aperture a divenire contenuto, significato».
Non c’è un legame stretto con l’occhiale o con la visione ad accomunare le esposizioni, cinque nel corso dell’anno. «Volutamente non abbiamo creato un collegamento diretto, abbiamo pensato a un concetto alternativo, all’immaginazione di ognuno di noi quando vede qualcosa: entra in gioco più una vista della mente, che ha a che fare con noi stessi - prosegue Vidotto - D’altro canto la rassegna ha ormai una sua maturità, non è più necessario questo “gancio”. Non c’è più bisogno in qualche modo di motivare la presenza delle opere nel mio negozio di ottica, è un appuntamento consolidato, che i clienti aspettano: vengono direttamente a vedere cosa c’è quest’anno».
Ad aprire la rassegna è stata, il 16 marzo, Marzia Canzian, con i suoi mosaici caratterizzati da forme geometriche, grande essenzialità, con accostamenti semplici e naturali, nella neutralità dei colori. «Sono nove opere che possono essere collocate singolarmente o tutte insieme, nove “piastrelle” a mosaico che compongono a loro volta un mosaico unico, che chi guarda può osservare una per volta o associandole in un insieme, in una libera interpretazione – racconta la professionista friulana – Dato che sono tutte in bianco e nero, a scacchi o con venature (nella foto), ho accostato occhiali che hanno questo tipo di richiami, ad esempio nelle lastre di acetato, per legarli alle opere creando un mood armonioso, come faccio sempre, per valorizzare sia gli uni sia le altre».
I lavori di Canzian rimarranno esposti sino al 13 aprile, poi dal 18 maggio al 15 giugno sarà la volta di Stefania Lucchetta, dal 22 giugno al 20 luglio di Vera Belikova, dal 2 settembre al 5 ottobre di Gianni Pignat, mentre chiuderà il ciclo Rocco Lombardi, dal 23 novembre al 14 dicembre.
N.T.