Anche gli oculisti devono sapere. Sapere cosa pensava il neopresbite nel 2020 del suo stato visivo e come gestisse la sua correzione. Sono passati cinque anni, un’eternità visti gli eventi di questo periodo: pandemia, difficoltà economiche e guerre ai nostri confini hanno creato nuovi stili di vita se non, addirittura, di sopravvivenza.
Il prossimo Forum Presbiopia, nella seconda giornata di lavori del 24 novembre, porterà alla visione della classe medica una ricerca del 2020 aggiornata al 2025 a cura di Ipsos: l’obiettivo è dare vita a un confronto sullo stato del neopresbite che non aveva ancora usato un occhiale multifocale e che viveva una vita estremamente digitale e di stress visivo. Sarà interessante valutare che cosa può essere cambiato negli ultimi cinque anni. Si discuterà poi di come il presbite vive la propria esperienza tra studio oculistico e centro ottico e se, in questo lasso di tempo, si sono registrate evoluzioni in tal senso.
Il confronto è stato in parte anticipato nel lunch symposium del 6 novembre al Congresso Aimo-Siso (nella foto). L’anteprima a un evento oftalmologico era già stata realizzata lo scorso anno e particolarmente apprezzata dai partecipanti al Forum 2024 di Napoli. E probabilmente lo sarà pure quest’anno, per valutare la dinamica del neopresbite nell’ultimo lustro: un’onda ancora alta e da vivere fino in fondo, anche da parte di chi, per il momento, è rimasto a riva con la sua tavola da surf.
Nicola Di Lernia