Guido Bergomi, il motore di un’insegna storica

A metà ottobre è scomparso il professionista che non solo rappresenta la seconda generazione di una nota impresa familiare del settore: a partire dagli anni 90 le diede l’impulso necessario per farne una realtà di riferimento nel retail ottico di Milano e provincia

Guido Bergomi (nella foto principale) nasce a Milano, nel settembre del 1939. Dopo il diploma al Galilei nel 1957, affianca il padre Agostino nel negozio di via Sirtori (nella foto sotto), a Porta Venezia, avviato nove anni prima: in quei 150 metri quadrati si trovano un laboratorio e uno spazio per la merce che come grossista distribuisce agli altri centri ottici della città. In questi stessi locali, a partire dagli anni 60, Guido sviluppa la vendita al dettaglio e, parallelamente, apre Comart Nord, distributore per l’Italia settentrionale dei Ray-Ban in società con la Api di Firenze, fino a che il marchio di occhiali non viene rilevato negli anni 90 da Luxottica.

«Intorno alla metà di quel decennio inaugura il suo primo negozio, a Cinisello Balsamo, hinterland nord del capoluogo lombardo - ricorda a b2eyes TODAY Agostino Bergomi, terza generazione alla guida dell’impresa familiare, con la sorella Elena e il fratello Fabrizio, anch’egli recentemente deceduto, pochi giorni prima di Guido - Dal 2000 ha inizio la fase di espansione della nostra insegna, con i punti vendita di largo La Foppa, corso di Porta Vittoria, corso Genova, piazza Gae Aulenti, via Verdi e corso Venezia, tutti nel cuore di Milano, ai quali si aggiunge lo storico Ottica Bergomi di via Sirtori: questa attività vede noi figli in primo piano, ma papà, insieme a nostra madre, Loredana Balduzzi, è stato presente fino all’ultimo e ci ha sempre affiancato e supportato nelle decisioni più importanti e quotidianamente, insieme ai suoi collaboratori storici, Alberto Cape, Pierluigi Salvarani e Renato Acquafermata».

Agostino deve al padre la passione non solo per il lavoro, ma anche per lo sport. «Io mi sono formato soprattutto come imprenditore, lui era più un professionista, con una grande cultura tecnica e una profonda conoscenza del mestiere, che ci ha trasmesso, insieme al valore dell’umiltà nel gesto professionale - racconta - Amava inoltre lo sci, l’arrampicata, che lo portò persino in Nepal e alle pendici dell’Everest, oltre al golf, disciplina che pratichiamo sia io sia mio figlio Lodovico Guido, al quale spetta l’onore e l’onere della possibile quarta generazione di Ottica Bergomi».

Angelo Magri

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