Aloeo: l'optometria non può essere niente di meno di una professione sanitaria

Secondo appuntamento con i riscontri relativi alle recenti audizioni presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati: dopo aver pubblicato online ieri le risposte di Federottica alle domande di b2eyes, oggi è la volta dell’Associazione Laureati in Ottica e Optometria, intervenuta in sede parlamentare il 4 marzo scorso con la sua presidente, Daniela Bonafede

Siete rimasti soddisfatti della vostra recente audizione alla Commissione parlamentare? Avete avuto riscontri in seguito?
Siamo sicuramente soddisfatti delle argomentazioni portate in audizione alla Commissione Affari Sociali, perché abbiamo potuto presentare un quadro riassuntivo concreto e rispondente alla realtà che i fisici laureati in Ottica e Optometria a oggi, dopo quasi 25 anni dall’istituzione del primo corso di laurea, vivono quotidianamente. Abbiamo potuto raccontare chi siamo e cosa ancora deve essere completato per definire l’iter per l’attuazione della Legge Lorenzin che ci riguarda. Abbiamo potuto spiegare come è organizzato il nostro corso di laurea, come si sviluppano le nostre competenze durante la formazione accademica e cosa siamo in grado di metterle in campo ogni giorno nel nostro lavoro: competenze realmente acquisite e dimostrabili, definite e riconosciute da un organo sussidiario dello stato che è la Federazione Nazionale dei Chimici e dei Fisici. Questo ci ha permesso di chiedere la concretizzazione del nostro diritto di identità: essere professionisti sanitari a tutti gli effetti, con diritti e doveri, alla pari di tutte le figure professionali con formazione universitaria.
Abbiamo inoltre potuto chiarire che essere un professionista formato in un settore scientifico come quello delle Scienze e Tecnologie Fisiche non può e non deve essere penalizzante per una mera strumentalizzazione nominale o per eventuali pregiudizi. Il programma accademico multi-interdisciplinare organizzato ad hoc con una preziosa base creata da materie Stem che permette di acquisire un corretto metodo scientifico e approccio critico fondamentale è studiato in modo che tale professionista sia in grado di elaborare, integrare e applicare correttamente e in autonomia tutte le informazioni e le nozioni delle materie caratterizzanti e delle neuroscienze. Tutto questo deve essere considerato un vero valore aggiunto messo a beneficio del Servizio sanitario nazionale e quindi del vero protagonista che è il cittadino.
Alle tre audizioni la categoria si è presentata divisa in altrettante rappresentanze: ritenete che questo sia un limite e un problema o, per certi aspetti, lo specchio di una professione con più sfaccettature?
Sicuramente la nostra professione è caratterizzata da una innegabile confusione creata dal vuoto legislativo e dalla mancata regolamentazione della figura dell’optometrista. Questo ha provocato una serie di anomalie che hanno dato vita negli anni a percorsi formativi troppo diversi e disgiunti tra loro, con il risultato di penalizzare gli stessi professionisti impedendo di fatto un loro riconoscimento come sanitari. Ci si aspettava che la nascita del corso di laurea in Ottica e Optometria potesse mettere ordine nella regolamentazione e nella gestione della professione, ma non è stato così.
In questo momento storico di necessità di regolamentazione delle professioni che agiscono in ambito sanitario, sicuramente un’azione condivisa da parte della categoria avrebbe facilitato tutto l’iter che riguarda il nostro settore: tuttavia sono purtroppo emerse le differenze di visione che ogni associazione ha delle figure professionali coinvolte, con particolare riguardo alla natura sanitaria o meno dell’optometria. Per Aloeo esiste un valore fondamentale: l'optometria non può essere niente di meno di una professione sanitaria e, di conseguenza, deve fare capo a un professionista regolamentato e individuato dalla normativa come tale, con formazione accademica, indipendente, che lavora in un ambito multidisciplinare per il benessere visivo della persona.
I tempi oggi sono cambiati, si aprono nuove frontiere sanitarie e tecnologiche di digitalizzazione in tutto il comparto sanitario e i professionisti devono essere in grado di rispondere adeguatamente ai nuovi bisogni di cura e benessere.
Quali sono le prospettive di Tiopto e i vostri prossimi possibili passi all’interno di questo organismo, dopo le audizioni separate e il Congresso unitario del 2024, anche quello senza l’egida di Tiopto?
All’interno del Tiopto spesso si è parlato e anche discusso animatamente del futuro dell’optometria. I tre presupposti comuni alla base della creazione del tavolo interassociativo erano: la separazione delle due professioni di ottico e di optometrista; l’optometrista anche abilitato in ottica va collocato esclusivamente in ambito sanitario; quest'ultimo deve avere formazione unicamente universitaria. Nel corso degli anni purtroppo, come hanno dimostrato le stesse audizioni, questi punti si sono persi.
Negli anni è migliorato sicuramente l’approccio e il modo in cui ci si confronta perché il rispetto tra le persone sedute a questo tavolo non è mai stato messo in discussione, neanche negli ultimi mesi, ma trovare un fronte comune su determinate questioni è risultato davvero troppo difficile. I prossimi passi: è già stata stabilita una data in cui ci incontreremo, vedremo… (immagine tratta da Freepik).

A cura della redazione

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