Presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, la prima in Italia a dare vita nel 2001 al corso di laurea triennale in Ottica e Optometria, sarà possibile proseguire gli studi magistrali. Il programma è stato pensato con un occhio di riguardo per chi già lavora. «A più di vent’anni dall’inaugurazione del triennio, in seguito istituito da altri otto atenei italiani, abbiamo fatto un passo in avanti, progettando la continuazione dell’iter formativo: lo abbiamo suddiviso in tre tipologie didattiche, tutte in lingua inglese, alcune delle quali a frequenza obbligatoria, come i laboratori di pratica optometrica, che saranno concentrati in alcuni giorni consecutivi a novembre e gennaio, per il primo semestre, e ad aprile e giugno, per il secondo - rivela Silvia Tavazzi (nella foto sotto) al nostro quotidiano - L’altra tipologia sarà la lezione frontale in aula: tutti i docenti si sono resi disponibili a videoregistrare le lezioni e a fornirle agli iscritti tramite la piattaforma digitale di Ateneo, insieme al materiale per chi non avrà la possibilità di essere presente». Poi sarà attiva anche una terza modalità: la lezione da remoto, che potrà essere una lezione classica, con spiegazione del docente, oppure più interattiva. «In quest’ultimo caso l’insegnante potrà, ad esempio, sottoporre agli studenti un caso clinico optometrico da analizzare individualmente oppure in gruppi, sfruttando le possibilità offerte dalla stessa piattaforma, e la discussione collegiale del caso avverrà successivamente da remoto in maniera sincrona», aggiunge la docente.
L’obiettivo è in primis fornire conoscenze avanzate rispetto al triennio, con un’anima più tecnologica e una più di pratica optometrica. «Al primo anno, durante il primo semestre, tra i cinque corsi obbligatori uno riguarderà l’optometria avanzata, poi avremo un corso di statistica, uno di ergonomia visiva che prevede anche un approfondimento sui metodi di eye tracking, uno sulla strumentazione moderna e uno di fisica pensato per studiare l’interazione fra luce e retina a livello molecolare - dice ancora Tavazzi, la quale precisa che il piano di studi potrà essere personalizzato e che lo studente potrà chiedere, in fase di iscrizione, la formula part-time su quattro anni invece di due - Nel secondo anno sono previsti insegnamenti in cui si discuterà di optometria geriatrica e ipovisione, di optometria pediatrica e di lenti a contatto specialistiche; avremo anche un corso di ottica adattiva con un focus sulle applicazioni in optometria e oftalmologia, uno sui materiali impiegati nel settore e uno incentrato sui metodi matematici e computazionali per l’ottica, inclusi i metodi di simulazione cosiddetti di ray-tracing e altri concetti matematici e approcci computazionali. Non mancheranno corsi sulle neuroscienze visive nell’ambito della psicologia, sulla realtà aumentata e virtuale sia dal punto di vista tecnologico sia per quanto riguarda gli aspetti visivi e un corso sul trattamento delle immagini digitali, che si terranno al secondo anno».
Quest’ultimo sarà più libero dagli insegnamenti e verterà principalmente sull’elaborazione della tesi. «Prevede un lungo tirocinio e la preparazione della prova finale per complessivi 45 crediti universitari, ossia la presentazione di un progetto di ricerca originale, realizzata presso il centro di ricerca in optometria dell’ateneo oppure presso altri dipartimenti, altre sedi universitarie italiane o estere, centri di optometria, aziende del settore, altre sedi pubbliche o private in collaborazione con altre figure professionali che si occupano di visione», conclude Tavazzi.
Per l’accesso alla magistrale, è necessario avere una laurea triennale in Ottica e Optometria oppure in Fisica o, ancora, un’altra laurea triennale e almeno 30 crediti universitari nel settore della fisica, acquisiti durante la propria precedente triennale o con il superamento di singoli esami scelti in altri corsi di laurea (nella foto principale, un'aula di Milano-Bicocca dove spesso si svolgono le discussioni di tesi di laurea in Ottica e Optometria).
F.T.