Nelle scorse settimane alcune testate locali hanno scritto che sarebbero in procinto di chiudere, oltre a quello di Alessandria, anche gli store Fielmann di Livorno, Udine, Ancona, Bassano del Grappa, Imola, La Spezia, Lucca, Mantova, Mestre, Padova e Pordenone. Sempre in base a quanto riportato sui media, il 19 dicembre si sarebbe svolto a Roma un tavolo alla presenza dei tre sindacati confederali e dell’azienda, per fare un quadro di quanto sta accadendo: in quell’occasione sarebbero stati resi noti i dati che hanno portato il gruppo retail a prendere tale decisione, per via delle perdite subite nelle diverse località.
B2eyes TODAY ha voluto approfondire la questione, sentendo le parti in causa. Alla società ha rivolto un’articolata serie di domande per verificare le informazioni sin qui riportate dai media e per conoscere meglio la situazione. «Fielmann conferma il proprio impegno sul mercato italiano: dal nostro arrivo nel 2015 a oggi abbiamo servito più di 500 mila clienti - spiegano dalla sede italiana dell’azienda con casa madre in Germania - In questi anni abbiamo adattato il nostro modello di business alle esigenze locali e dopo la recente crescita stiamo consolidando la nostra posizione sul mercato. In questo senso confermiamo la chiusura degli 11 negozi meno sostenibili: riguardo i dettagli sulle tempistiche e le condizioni, sono attualmente in corso le trattative sindacali. Come azienda a conduzione familiare ci impegneremo a supportare i colleghi interessati, esplorando le opzioni di trasferimento all'interno del nostro gruppo. Se non fattibile, garantiremo un approccio socialmente responsabile ed equo».
Da quanto risulta sul sito di Fielmann sono attualmente 54 i punti venditi operativi in Italia. Per ciò che riguarda le prospettive, invece, la società ricorda al nostro quotidiano che valuterà «l’apertura di nuovi negozi in futuro, per portare i servizi unici Fielmann a sempre più italiani».
Su alcuni giornali che hanno dato la notizia della prossima chiusura degli store oggetto della vertenza si legge, inoltre, che i risultati sono definiti irrecuperabili perfino nel medio-lungo termine: la mancanza di redditività e l'assenza di una prospettiva concreta di inversione dell'andamento sarebbero divenute insostenibili, mettendo così a serio rischio la salute finanziaria e la competitività della società. Queste ultime dichiarazioni farebbero capo a una non meglio definita comunicazione ufficiale. L'azienda, interpellata da b2eyes TODAY, dichiara di non aver mai rilasciato alcuna informazione agli organi di stampa e che quanto circolato nelle scorse settimane non proviene dalla società.
Anche i sindacati sembrano prudenti in questa fase: la sensazione è che vogliano attendere i successivi passi della trattativa prima di pronunciarsi ufficialmente al riguardo.
A.M e N.T.