«Il paziente oggi ha bisogno di parlare, di confrontarsi con lo specialista, di essere rassicurato. La diagnosi medica spetterà sempre all’oftalmologo, che tuttavia non deve più essere considerato come il solo professionista a operare in ambulatorio. È infatti indispensabile che l’oculista “moderno” adotti un approccio multisciplinare: è finito il tempo in cui svolge la visita completamente da solo nel suo ambulatorio. Dovrà assumere essenzialmente una funzione di coordinamento multidisciplinare di tutte le figure coinvolte, avvalendosi della collaborazione degli ortottisti, per la valutazione della muscolatura extraoculare, e del supporto e del confronto con gli ottici optometristi, dal punto di vista degli altri aspetti tecnici relativi al processo visivo». A sostenerlo è Stefano Gandolfi (nella foto), intervenuto all’evento “Il progressivo: la correzione ottica della presbiopia”.
Da qui anche la necessità di scegliere ogni anno per questo appuntamento interdisciplinare argomenti trasversalmente utili alla varie categorie: quello sulla multifocalità ha prodotto alcuni risultati interessanti a detta degli organizzatori. «Il paziente va educato a soluzioni personalizzate sin dall’affacciarsi della prima presbiopia: oggi le attività lavorative e le età in cui vengono svolte sono molteplici e diversificate e hanno un impatto significativo sulla visione di un soggetto, costretto a gestire più focali contemporaneamente - aggiunge Gandolfi - È perciò fondamentale rivelarsi empatici con lui e capire le sue reali esigenze visive, cosa che spesso purtroppo non avviene, sia per una carenza culturale sia per mancanza di tempo».
Il direttore della clinica oculistica parmense si dice soddisfatto dell’esito del convegno 2023, alla luce dell’interesse e del coinvolgimento di tutte le aree professionali che vi hanno partecipato. «Mi auguro che eventi come questo possano fungere da volàno per altre iniziative interdisciplinari utili all’intera filiera», conclude Gandolfi.
A.M.