Fate i bonus, se potete

Un piccolo passo per la vista: sembra questo il segnale che il ministero della Salute ha voluto imprimere attraverso il decreto approvato il mese scorso, il quale offre, con una disponibilità di fondi pari a cinque milioni di euro per ognuno degli anni dal 2021 al 2023, un rimborso a chi deve farsi un occhiale o comprare lenti a contatto

Il bonus vista può essere richiesto una sola volta, per ciascun membro del nucleo familiare con valore dell’Isee non superiore a diecimila euro annui, per l’acquisto, effettuato nel triennio 2021-2023, di occhiali da vista o di lenti a contatto correttive. Questa misura si mescola a molte altre agevolazioni che le famiglie italiane con il medesimo reddito hanno a disposizione. In questo quadro variegato i 50 euro offerti alla vista appaiono più l’opportunità di far parte della lista dei bonus che una vera e propria svolta epocale. Vederci meglio in una società come quella italiana, anche dopo la pandemia, sembra non essere la prima necessità. Prioritario invece pare sia diventato il tema sociale dell’assistenza mentale, con il bonus psicologo salito dai 600 euro del 2022 ai 1.500 del 2023. Il requisito Isee qui è molto alto: fino a cinquantamila euro, sebbene i bonus rilasciati riguardino quasi totalmente Isee più bassi. Il concetto di tutela della salute mentale verrà rifinanziato dallo Stato nel 2023 con 5 milioni di euro e con 8 milioni nel 2024. Per comprendere meglio il fenomeno, basti pensare che nel 2022 sono giunte 312 mila domande all’Inps e tra le grandi città Roma è al primo posto con oltre 31 mila, Milano al secondo con 20 mila. Numeri importanti che hanno convinto la politica, anche grazie ai nuovi fondi del Decreto Aiuti di agosto 2022, a rinnovare questo impegno verso la salute mentale.

Pur apprezzando i 50 euro del bonus vista, sorgono alcune domande. Possiamo accontentarci? Quante persone con una ridotta capacità di reddito non cambiano occhiali? Possiamo ancora permetterci un ricambio medio di quasi quattro anni perché la gente non ha cultura, soldi e siamo nelle ultime posizioni della lista dei bonus statali? Le lodevoli azioni solidali del passato da parte degli ottici italiani di donare l’occhiale a chi ne ha bisogno devono diventare una chiara attività, possibilmente collettiva, finalizzata a rendere accessibile l’acquisto alle fasce più deboli. Dobbiamo quindi ringraziare ma arrangiarci da soli. Occorre un pensiero comune o qualcuno che parta per primo e che venga poi seguito dagli altri. Non possiamo perderci generazioni di giovani e anziani sull’assistenza visiva solo perché non si possono permettere il prezzo medio di una busta di occhiali. Fate allora i vostri bonus, se potete.

Nicola Di Lernia

Professione