Sicilia: no all’apertura di un centro ottico troppo vicino a un altro

Come riportato dal sito web locale castelvetranonews.it, la querelle nasce alla fine del 2009 a Campobello di Mazara (nella foto, tratta da Google Maps), una quarantina di chilometri a sud est di Marsala, quando Vincenzo Accardi, titolare di Ottica New Line, ha impugnato l’autorizzazione comunale per l’apertura di un punto vendita, molto vicino al suo, rilasciata in favore di Fotottica Media Vision di Natale Fabrizio Luppino, alla quale, secondo Accardi, era stata concessa in violazione della legge regionale del 2004 che detta i limiti, quantitativi e di distanza, per l’apertura di nuovi esercizi di ottica.
Il Cga, il massimo organo competente in materia e operante in Sicilia, ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tribunale amministrativo di Palermo, che aveva dato ragione a Luppino sulla base del decreto Bersani. In secondo grado tale decreto è stato disapplicato. Il Consiglio di giustizia amministrativa ha, infatti, recepito una pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, investita della questione dallo stesso Cga. In sostanza, gli ottici risultano accomunati, per taluni aspetti, alle farmacie, per le quali sono previsti limiti quantitativi e di distanza, ossia insediamento di un solo centro ottico ogni 8 mila abitanti ed esistenza di una distanza minima di 300 metri rispetto agli esercizi ottici esistenti, con «l’obiettivo generale attinente alla tutela della salute, nonché, in particolare, con gli obiettivi miranti ad assicurare una ripartizione equilibrata degli esercizi di ottica nel territorio nazionale e a garantire un rapido accesso a tali esercizi», si legge nella sentenza della Corte di Giustizia Europea.
«La sentenza costituisce un precedente assoluto e sancisce la piena vigenza della normativa regionale 12/2004 e dei limiti quantitativi e di dislocazione degli esercizi di ottica all’interno dei comuni dalla stessa previsti – ha dichiarato a castelvetranonews.it Fabrizio Genco, il legale di Accardi che ha seguito tutti i gradi di giudizio - Il Consiglio di Giustizia e la Corte di Giustizia Europea hanno, per la prima volta, affermato come, nel bilanciamento tra i diritti costituzionalmente garantiti alla salute e alla libertà di stabilimento, debba essere data preminenza al primo, in considerazione della peculiarità dell’attività degli ottici, che involge con certezza anche la salute degli utenti. La sentenza non potrà che produrre effetti sull’intero territorio regionale, dal momento che potrebbe comportare l’adozione di provvedimenti in autotutela».
(red.)

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