La ricerca, pubblicata su Aging Cell e guidata da Dorota Skowronska-Krawczyk, ha mostrato come lo stress e l'aumento della pressione intraoculare nell'occhio inducano il tessuto retinico a subire cambiamenti simili all'invecchiamento naturale. «Il nostro lavoro sottolinea l'importanza della diagnosi precoce e della prevenzione, nonché della gestione specifica delle malattie legate all'età, incluso il glaucoma - afferma Skowronska-Krawczyk - Le modifiche epigenetiche che abbiamo osservato suggeriscono che i cambiamenti a livello di cromatina (insieme del Dna e delle proteine cromosomiche presente nel nucleo delle cellule, ndr) vengono acquisiti in modo cumulativo, a seguito di diversi casi di stress. Questo ci offre una finestra di opportunità per la prevenzione della perdita della vista».
Nell’uomo, la pressione intraoculare nell'occhio ha un ritmo circadiano. Negli individui sani, oscilla tipicamente nell'intervallo 12-21 mmHg e tende a essere più alta in circa due terzi durante il periodo notturno. A causa delle sue fluttuazioni, una singola misurazione è spesso insufficiente per identificare la reale patologia e il rischio di progressione della malattia nei pazienti affetti da glaucoma: questo nuovo studio suggerirebbe che l’impatto cumulativo di tali fluttuazioni è direttamente responsabile dell'invecchiamento del tessuto.
«Il nostro lavoro mostra che anche un moderato aumento idrostatico della pressione intraoculare nell'occhio provoca la perdita di cellule gangliari - spiega ancora Skowronska-Krawczyk - Stiamo continuando a lavorare per comprendere il meccanismo dei cambiamenti cumulativi nell'invecchiamento al fine di trovare potenziali soluzioni terapiche. Stiamo anche testando diversi approcci per prevenire il processo di invecchiamento accelerato derivante dallo stress».
I ricercatori ora dispongono di nuovi dati per stimare l'impatto dello stress e del trattamento sullo stato di invecchiamento del tessuto retinico. «Oltre a misurare il declino della vista e alcuni cambiamenti strutturali dovuti allo stress e al potenziale trattamento, ora possiamo misurare l'età epigenetica del tessuto retinico e utilizzarla per trovare la strategia ottimale per prevenire la perdita della vista causata dall’invecchiamento», conclude Skowronska-Krawczyk.
(red.)