«Con lui, la storia bella del commercio cittadino perde un altro dei suoi protagonisti, un volto amico per tanti trevigiani che hanno avuto l’occasione di essere suoi clienti o anche solo di scrutare le storiche vetrine di Via Manin (nella foto, tratta da Google Maps) - scrive Zaia in un post sulla sua pagina Facebook - Mi auguro che il prezioso patrimonio di onestà, professionalità, esperienza, amore per l’occhialeria di De Carlo possa non essere disperso».
«Era una brava persona, a livello umano e professionale, nonostante le difficoltà che la vita gli ha riservato, in particolare la morte della moglie in un incidente stradale: dopo questo episodio si era parzialmente allontanato dalla vita pubblica della nostra città e della nostra professione, ma aveva continuato il suo lavoro di ottico optometrista con passione e competenza - racconta a b2eyes TODAY Giorgio Rocchi, presidente di Federottica Treviso - Il padre Antonio, che aveva iniziato l’attività oltre settant’anni fa, è stato tra i pionieri dell’ottica trevigiana, insieme a colleghi come Bottegal, Capello, Frescura o Vascellari, ad esempio: i De Carlo venivano dal Cadore e sono sempre rimasti legati al territorio, sia a quello di origine sia a quello di adozione. Sarebbe davvero un peccato se il lavoro e la tradizione portate avanti per tanti anni da Pier Giuseppe, in una zona storica come via Manin e per il prestigio che aveva la sua insegna, non potessero proseguire».
Renzo Colombo, attuale presidente di Federottica Padova, è stato docente di un giovane De Carlo alla scuola regionale di optometria, nata a Calalzo di Cadore, trasferitasi poi a Lozzo, dove lo stesso Pier Giuseppe ha insegnato, e conclusasi con il College di Verona. «Ha contribuito a portare il sogno dell’optometria in Italia: siamo stati insieme negli Stati Uniti per frequentare corsi di aggiornamento e per conoscere meglio questa disciplina – dice Colombo al nostro quotidiano - Tra i pionieri di allora, era una delle persone più con i piedi per terra e realiste, molto valido sia come studente sia come collega, senza però aver mai perso la modestia e una serenità di fondo».
Uno spirito gentile: così lo definisce Anto Rossetti, suo compagno di studi prima e collega poi. «Aveva una forte passione per l’ambito sanitario, tanto da aver iniziato anche gli studi di medicina, che si è progressivamente trasformata in grande dedizione soprattutto per l’optometria e la cura delle persone», afferma Rossetti a b2eyes TODAY.
A.M.