Vanno quindi trovate soluzioni visive all’altezza e personalizzate: è il messaggio lanciato lunedì scorso da Bruno Piccoli, esperto e docente di medicina del lavoro, alla platea della plenaria del Progressive Business Forum 2020
Piccoli ha inoltre ricordato che nel 2050 su dieci miliardi di abitanti si stimano almeno 6,2 miliardi di miopi, di cui quasi un miliardo di miopi gravi. «Il sovraccarico della funzione visiva e quello della postura sono i due principali problemi che emergono da un’attività lavorativa sedentaria davanti ai videoterminali, acuita dal sempre più diffuso smart working: a questi si aggiunge anche il sovraccarico dell’arto superiore dedicato alla manualità, come ad esempio l’uso del mouse», ha sottolineato l’esperto di medicina del lavoro, docente all’Università di Tor Vergata a Roma e a quella di Adelaide, in Australia.
Cosa fare per limitare problematiche e rischi? «Innanzitutto alternare la postura assisa a quella eretta: “stirare” la schiena da seduti o movimenti simili non servono a nulla, bisogna periodicamente alzarsi dalla postazione di lavoro - ha aggiunto - E, per quanto riguarda la visione, avere le lenti giuste, ma possibilmente senza dover affrontare schermi con un software per aquile». In sostanza, ha spiegato ancora Piccoli, l’efficienza visiva è figlia del benessere visivo. Perché vanno bene i protocolli di medicina del lavoro, i controlli degli specialisti nelle aziende, ma l’obiettivo di fondo è «saper gestire le singole situazioni, riprogettando il nostro organismo, la nostra attività e quindi anche la nostra visione secondo le esigenze di ciascuno di noi - ha concluso - Prendiamo in considerazione, ad esempio, il controllo dell’efficienza e della funzionalità visive: gli esiti non saranno i medesimi dopo otto ore davanti allo schermo di un computer o dopo un weekend rilassante».
A.M.