Ottica Soatin: servizio e differenziazione per competere, da quasi un secolo

Sono due aspetti su cui punta lo storico centro ottico indipendente milanese guidato da Cristina e Matteo Giraudo, che nel 2022 ha tagliato il traguardo dei 95 anni e per questo ha ricevuto un attestato durante l’ultima festa di Santa Lucia di Federottica Milano Acofis

Aperta in corso Buenos Aires a Milano in un lontano ottobre del 1927, Ottica Soatin (nella foto in basso) deve il proprio nome al fondatore Radames Soatin. «Un personaggio molto particolare, la cui madre forse era una patita di opera, visto il nome - racconta a b2eyes TODAY Cristina Giraudo, che oggi, assieme al fratello Matteo (nella foto principale), è titolare della storica attività, 16 metri quadrati con laboratorio interno dotato di mola sul soppalco, in cui vengono montati gli occhiali - Non è facile ricostruire cronologicamente la storia più lontana del centro ottico perché non abbiamo tutta la documentazione relativa ai vari passaggi di proprietà prima del nostro, anche se abbiamo reperito una foto del 1973 che attesta la presenza del negozio e ci consente di fare richiesta per divenire bottega storica: quel che sappiamo è che successivamente è stato affidato da Soatin al nipote Eugenio Gavioli, il quale lo ha poi ceduto nel 1981 al genero Giuseppe Mapelli. Ed è proprio da questi che mio padre Michele lo ha acquistato nel 1994». Il nucleo familiare dei Giraudo è, quindi, quello che ha tenuto più a lungo le redini del punto vendita in questi 95 anni.

«Papà, che aveva il diploma di perito elettrotecnico, è approdato all’ottica per passione, poiché era stato rappresentante di occhiali per la ditta Lozza dal 1981 al '94: questo mondo lo affascinava, così di giorno andava a lavorare e di sera studiava al Galileo Galilei - spiega Cristina - Dato che ha un carattere gioviale ed è una persona che si è sempre fatta voler bene da tutti, aveva molti clienti che erano anche amici tra gli ottici, come i titolari delle insegne Artioli, Aleardi, Bergomi e molti altri ancora. Un giorno Mapelli gli ha detto che intendeva vendere il negozio e nel giro di due giorni lui lo ha comprato, gestendolo una decina d’anni sino al 2004, quando ha lasciato il timone a me e a mio fratello, che ci siamo diplomati ottici dopo aver fatto altri studi, Matteo in Ingegneria e io in Scienze Politiche. In realtà ho affiancato papà ancor prima di divenire titolare: era l’attività di famiglia e volevo proseguire questa realtà pluriennale radicata sul territorio. Ho “respirato” occhiali e l’odore dei campionari sin da bambina, negli anni boom del modello Zilo Lozza avevo le scatole bordeaux con la L rovesciata sotto il mio letto. Oggi i rappresentanti ci dicono che io e Matteo mostriamo una disposizione e un rispetto diversi da tanti altri, perché sappiamo bene quanto sacrificio c’è davanti e dietro il bancone».

In negozio Matteo e Cristina, oltre alla refrazione, svolgono mansioni in parte differenti ma complementari: lei si occupa di rapporti con la clientela e degli acquisti di montature, oftalmica e strumentazione, lui è appassionato della parte tecnica, esegue il montaggio degli occhiali. «Siamo specializzati in ipovisione ma anche nelle progressive e nelle lenti ultrasottili per le alte miopie, seguiamo costantemente corsi di formazione - dice ancora l’ottica milanese - Oltre all’aspetto tecnico, faccio molta ricerca sulle linee da proporre: abbiamo le collezioni principali dei marchi più noti, ma il 90% del nostro vista è rappresentato da cinque linee in esclusiva, più di nicchia e di qualità, e preferiamo il made in Italy sia per gli occhiali sia per le lenti».

All’evento di Acofis del 13 dicembre scorso Giraudo (nella foto sopra, con parte del direttivo e dello staff dell'associazione) ha sottolineato l’importanza di essere, da quasi un secolo, un centro ottico indipendente, elemento di ulteriore orgoglio per un negozio ubicato in una via costellata di catene. «In un contesto del genere non saremmo sopravvissuti senza differenziarci e puntare sulla professionalità del servizio», conclude la professionista.

N.T.

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