Ottica Ricciuti: un restyling che non dimentica le radici

Un nuovo logo e interni rinnovati per il punto vendita di Lavello, in provincia di Potenza, che ha deciso di allineare la propria immagine offline a quella online, apportando i cambiamenti senza però rinunciare alla riconoscibilità della propria storia

Compresa l’importanza di una sostanziale coerenza tra identità fisica e online del proprio centro ottico, Luciana Ricciuti, molto attiva e creativa sui social e i canali digital, ha deciso di apportare una serie di cambiamenti non radicali ma significativi al proprio negozio: uno spazio dalle dimensioni contenute, poco più di 50 metri quadrati, con la vocazione a posizionarsi come una piccola boutique dalla proposta ricercata e improntata al lusso, in cui il cliente viene seguito con grande attenzione e capacità di ascolto. Cambiamenti che sono stati introdotti, con la consulenza di Angelica Pagnelli, tenendo sempre ben presente il ricco bagaglio di storia e competenza che contraddistingue il punto vendita.

Quella di Ricciuti infatti è un’attività familiare di lunga tradizione: prese il via con la bisnonna Maria Teresa che in epoca fascista, quando gli uomini partivano per il fronte, aprì un negozio di fotografia ereditato poi dal figlio Saverio, il nonno di Luciana, allora quattordicenne. «Il nonno era un bravissimo fotografo e pensò di svolgere questa professione unitamente alla commercializzazione di montature: una volta alla settimana faceva venire nel suo punto vendita un ottico per dare la possibilità ai clienti di comprare gli occhiali - racconta a b2eyes TODAY Ricciuti - Tramandò la sua passione a mio padre Florindo, che poi decise di studiare ottica e di distaccarsi dall’attività del nonno aprendo il proprio negozio: nacque così nel 1974 Ottica Ricciuti. Fino al 1996 è stata portata avanti da papà, poi, quando purtroppo è mancato piuttosto giovane, sono subentrata io. La sua è stata un’eredità meravigliosa e in un certo senso impegnativa: era una persona carismatica, competente e appassionata, non era semplice raccoglierne il testimone. Da lui ho imparato tanto, ma sono anche riuscita a lasciare la mia impronta, mettendo in campo abilità relazionali e professionali che mi hanno permesso di arrivare sin qui».

Questa continuità con il passato, il suo intreccio con il presente rappresentato da lei e la proiezione verso il futuro l’ottica lucana ha voluto renderli ben visibili nel nuovo logo del negozio: costituito in precedenza dalla firma che il nonno apponeva sulle foto che in quegli anni ritoccava a mano, ora reca sulla “i” un tocco femminile, una L stilizzata di colore rosa. «Con il restyling l’ho posto su una parete, ben visibile e illuminato (nella foto sopra): è un segno molto riconoscibile da chiunque entri e che parla della nostra storia - prosegue Ricciuti - Abbiamo inoltre cambiato completamente il colore delle pareti, utilizzando un rosa di tonalità particolare, che conferisce più luminosità e più femminilità, e introdotto delle aree green, creando delle cornici con il muschio stabilizzato attorno a quelli che sono i punti più importanti del negozio, ovvero gli specchi (nella foto principale). Anche questo rappresenta un tratto di continuità di vedute con il passato, perché mio padre, come in genere la nostra famiglia, era un convinto ambientalista e stava molto attento a determinati aspetti, pure attraverso la scelta dei prodotti». Con un’attenzione al presente e al futuro, dato che si tratta di tematiche oggi particolarmente sentite.

Negli spazi così rinnovati Ottica Ricciuti ha voluto regalare a fine giugno una coccola alla propria clientela organizzando proprio con Pagnelli, con la quale collabora da diversi anni, una giornata dedicata alla consulenza d’immagine. Un evento che ha avuto per la professionista un ritorno sbalorditivo. «Abbiamo fissato l’appuntamento con 12 persone e ognuna ha ordinato almeno due occhiali - commenta l’ottica - Non si tratta banalmente di armocromia, di cui oggi tutti si professano esperti, ma di un vero e proprio percorso di vendita che parte dalla conoscenza diretta del cliente per arrivare a consigliare gli occhiali per le diverse occasioni d’uso. È un tipo di approccio che spesso noi ottici utilizziamo ma in maniera piuttosto rapida e easy, non così approfondita e articolata. Ho trovato numerosi spunti di riflessione osservando, ad esempio, che è invece efficace proporre una selezione molto mirata di montature per ogni utilizzo, senza tirarne fuori decine. Noi professionisti poi dobbiamo andare nel tecnico e dare spazio alla funzionalità del presidio, per permettere al cliente di non avere problemi, al di là dell’estetica. Ma saper consigliare ci deve portare a saper vendere in maniera corretta».

N.T.

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