I numeri di Fielmann devono fare paura?

Dichiarare la vendita di quasi 87.000 occhiali in 912 giorni, poco meno di 100 al giorno, venduti da 160 addetti, molto meno di 1 al giorno, non sembra una vera novità nel nostro settore

L’effetto Fielmann nelle sue aperture in Italia, a oggi dieci, ha due varianti. La prima è quella della bomba d’acqua. Quando s’insedia una nuova filiale la metratura, l’esposizione, il numero di addetti e le campagne promozionali dedicate gettano per alcune settimane una secchiata di acqua fredda sulle vetrine dei negozi d’ottica limitrofi. E si sa che d’inverno, l’acqua ristagna di più. In seconda battuta la politica della dislocazione dei negozi di ottica ricalca quella delle grandi vie di comunicazione. Al momento ripercorre a est la tratta dell’A4 da Vicenza a Milano (possibile apertura futura) per prendere l’Autostrada dei Laghi fino a Varese. Inoltre sulle zone bilingui traccia un rombo ideale tra Bolzano e Trento. Perdipiù introduce una lingua su Piacenza senza dirci però se è un’ulteriore anticipazione del lavoro sulla Lombardia piuttosto che una piattaforma per l’Emilia Romagna.
Le bombe d’acqua però nell’ottica ci sono sempre state. Se siete svelti di memoria ricorderete quella di Lodi Optical Discount, nato nei primi anni 90 sulle spalle della crisi economica derivante dalla Guerra del Golfo. Lodi, con meno stile e metratura, ha in qualche modo precorso la strategia di Fielmann esponendo pochi occhiali di marca e tanti altri sconosciuti. Ai giorni nostri Lama Optical, catena del sud, che ha molti più negozi di Fielmann, fa la stessa cosa già da molti anni. Riguardo la politica “autostradale” di posizionamento dei negozi Fielmann ha un precursore di lusso nelle boutique Punto Ottico di Domenico Concato che, partito da Vicenza, ha sostato a Verona, Brescia e infine Milano, con una deviazione a New York. In sostanza, perché Fielmann dovrebbe essere una novità più importante della chiusura negli ultimi anni di almeno un migliaio di negozi di ottica per lo più indipendenti, del restyling e delle nuove aperture dei negozi Coop e Conad, della nuova politica “no promo” di Salmoiraghi & Viganò, del primo store monobrand di Ray-Ban?
Perché siamo semplicemente un popolo esterofilo e la Germania è un paese che nonostante tutto ci affascina anche per come ruota intorno alle regole. Ma al pubblico italiano non affascina troppo il basso costo delle montature tedesche. E la stessa Fielmann ha avviato una produzione a chilometro zero delle montature puntando sul Cadore che sappiamo non è il Sud Tirolo. Gli alti costi di gestione nelle spese generali di questa catena la obbligano a vendere tanto e soprattutto senza intoppi. E anche se sulle lenti si sono cautelati dietro le grandi aziende, sulle montature, come sulla moda, in Italia non si scherza. Ovvero il nostro paese, e quando giri l’Europa ma soprattutto la Germania te ne accorgi, ha la caratteristica che la maggior parte delle persone veste bene e ha occhiali da decorosi a bellissimi.
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