Legno, plexiglass, metallo, pellame, pelliccia. E ancora bulloni, borchie, filo: sono i materiali con cui Emanuela Bergonzoni, docente presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna, all’interno del triennio di Fashion Design, ha realizzato manualmente una ventina di montature (nella foto, un modello), sintesi di un lavoro di sperimentazione su materie e forme
Si è innamorata degli occhiali sui banchi di scuola. Bergonzoni non nasce, infatti, come designer di montature, ma di gioielli e, nella veste di docente di Design dell’accessorio all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, ha iniziato a sperimentare la realizzazione e l’assemblaggio di frontali e aste insieme ai propri studenti.
«Ho imparato a lavorare ai gioielli in bottega e la mia esperienza trentennale mi ha permesso di acquisire un’ottima manualità che ho poi sfruttato per esplorare altri segmenti dell’accessorio - spiega a b2eyes TODAY Bergonzoni - Propongo sempre ai miei allievi argomenti diversi: lo scorso anno ho deciso di testare l’eyewear e, dopo una prima parte teorica, abbiamo iniziato a intagliare fogli di compensato, materiale di semplice reperibilità e a basso costo». La classe ha realizzato una serie di prototipi, giudicati dall’insegnante ottimi. «Ho mostrato ai ragazzi come curvare il legno, come traforare aste e lenti - aggiunge la docente - Dopo il compensato siamo passati al plexiglass che abbiamo satinato o colorato manualmente, producendo numerose montature: in un crescente entusiasmo, mi sono messa personalmente in gioco, realizzando parecchi modelli, con i materiali più disparati, attingendo molto dal gioiello».
Tra giugno e settembre sono stati selezionati una trentina di lavori degli studenti più meritevoli che sono stati esposti in Accademia in occasione della Bologna Design Week, tenutasi dal 25 al 29 settembre. I prototipi di Bergonzoni hanno avuto, invece, una destinazione diversa: i centri ottici. «Volevo partecipare anch’io all’evento - rivela Bergonzoni - Ottica Firenze, punto vendita fuori dalle mura di Bologna, venuto a conoscenza delle creazioni, ha deciso di ospitarle. Non solo: anche Istituto Ottico Veronesi, insegna storica del centro di Bologna, in piazza Cavour, si è resa disponibile ad accogliere i miei prototipi». E così la designer si è messa subito all’opera per integrare la linea, composta da una ventina di modelli, per creare una brand identity e per allestire le vetrine di entrambi i negozi. Ha chiamato la sua linea Human Work Project, nome che ha registrato, ricevendo grazie all’iniziativa ottimi consensi di pubblico. Ora sogna il salto di qualità. «Sono alla ricerca di un’azienda che sia interessata a produrre le mie collezioni affinché possano essere messe in commercio - dice Bergonzoni - Sarebbe il coronamento di un sogno».
F.T.