GrandVision è solo la punta di un iceberg

L’acquisizione di oltre il 76% del gruppo retail da parte di EssilorLuxottica rappresenta, di fatto, la felice conclusione di un primo semestre 2019 che lascia presagire un futuro ottico alla Kubrick

Come nel calcio, il trasferimento dei grandi giocatori fa più clamore del lavoro metodico che viene svolto quotidianamente dalla società e dal suo team. Per fortuna i risultati del primo semestre 2019 presentati da EssilorLuxottica chiariscono le idee, molto più di un acquisto eclatante, sugli obiettivi del gruppo nel formare una squadra che apra un ciclo irraggiungibile. Se acquistare oltre 7.000 negozi sparsi in Europa e nel mondo è di per sé già una notizia che ha fatto parlare molto nell’ottica prima della sosta di agosto, l’attesa di vedere i numeri del primo anno “vero” dalla fusione non delude affatto e apre nuove prospettive di interpretazione del nostro futuro. Il comunicato aziendale parla con orgoglio di un processo di integrazione e accelerazione (ce ne siamo accorti) e di una forte generazione di cassa. Il fatturato nel primo semestre 2019 è in crescita del 7,3% (con i tempi che corrono) e il secondo trimestre supera il primo (repetita iuvant). La famosa generazione di cassa è arrivata a 748 milioni (ciò che aiuta il buy) e gli obiettivi dell’anno sono più che confermati (contenta la Borsa di Parigi).

Colpisce inoltre l’affermazione che “è proseguita la digitalizzazione del business come dimostrato dalla crescita dei ricavi online di quasi il 14%” (quasi il doppio di quello generale).

Ciò sta spingendo EssiLux ad accelerare lo sviluppo della piattaforma omnichannel (è qui che sta la svolta) che “offra ai consumatori l’accesso a tecnologie digitali all’avanguardia combinate con l’esperienza di professionisti dell’eyecare e dell’eyewear”. Su questa affermazione gira lo scenario dei nostri prossimi cinque anni. Traducendo il tutto, ottimisticamente, il gruppo sembra voler mantenere la propria figura di partner del retail tradizionale, spingendolo sì a un ruolo utilitaristico ma ancora rilevante nel rapporto con l’utente finale. Una testimonianza può essere il fatto che “il programma Stars ha generato più del 12% delle vendite nette della divisione Wholesale e si è ulteriormente ampliato a livello globale servendo a oggi oltre 13.000 porte”. La mission del gruppo “aiutare il mondo a vedere meglio” si è tradotta nel risultato che “i paesi emergenti hanno trainato la crescita con un incremento del fatturato superiore del 10% e questi paesi oggi rappresentano circa il 20% delle vendite costanti”.

L’acquisizione di GrandVision mi pare quindi la punta dell’iceberg che si sta avvicinando al mondo dell’ottica con una velocità impressionante come il loro programma di “digital acceleration”. Consigli per l’uso? C’è una sola direzione sulla quale ci porta la strada del nuovo: si chiama futuro. Il futuro deve essere l’unica cosa che ci interessa soprattutto in virtù del fatto che il bello del passato è che è passato. Il presente, per contro, non ha dimensione. È il fugace passaggio tra passato e futuro. Il presente soggettivo, secondo esperti di ricerca cerebrale, dura al massimo tre secondi. Se Essilor e Luxottica parlano di processo di integrazione con oltre venti progetti operativi, l’ottica indipendente a sua volta dovrà essere in grado di costruirsi una strategia di logica e curata convivenza. In uno dei prossimi paesi emergenti della visione, la Nigeria, è famoso un detto: lo scoiattolo è piccolo ma non è schiavo dell’elefante.

Nicola Di Lernia

Professione