Dono, perché ho a cuore la vista

È lo slogan della campagna cui ho prestato il volto a favore del 5x1000 per la Fondazione Banca degli Occhi del Veneto. Perché serviamo persone, non facciamo solo occhiali

Tra gli spot di questi giorni spicca una significativa presenza di pubblicità sociale dedicata al 5x1000 per l’una o l’altra organizzazione. La possibilità che ogni italiano ha con la propria dichiarazione dei redditi di erogare tale quota a un’associazione di sua preferenza è diventata una vera e propria gara di raccolta e visibilità per le varie attività sociali. Ma quanto vale questa raccolta? Secondo Il Sole 24 Ore, dal 2011 al 2020 le erogazioni del 5x1000 sono cresciute del 61%, superando i 518 milioni di euro. «I contribuenti che lo assegnano sono oltre 15 milioni (+27%), ovvero quasi 4 su 10. Gli enti beneficiari sono più che raddoppiati e sono oltre 73.000». Anche nel quinquennio successivo il trend è stato positivo: secondo Agi, nel 2024 l'importo complessivo di tali erogazioni è stato di 523 milioni di euro. Chi guida le preferenze degli italiani per il 5x1000? La salute naturalmente. Sempre secondo Il Sole 24 Ore, al primo posto nel 2020 c’era la Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, con 68 milioni, seguita dalla Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro (11,9 milioni), da Emergency (11,6 milioni), Medici Senza Frontiere (8,1 milioni) e Istituto Europeo di Oncologia (7,7 milioni).
Gli italiani manifestano dunque una forte attenzione al sostegno del mondo della ricerca e della salute, anche se a volte questo non viene sufficientemente percepito. L’impegno sociale, per chi vive quotidianamente il tema della vista, deve rappresentare un’attività parallela all’impresa di fatto. Gli inglesi lo chiamano purpose, il perché lo facciamo. Guardiamo ai numeri della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto nel 2023: 14 progetti di ricerca, 7.828 prestazioni di diagnosi eseguite, oltre 6.000 tessuti distribuiti di cui 335 in estrema urgenza, 45.000 famiglie contattate periodicamente e 6.659 tessuti oculari donati. Numeri importanti, impattanti sul piano sociale e sanitario. La Fondazione vive principalmente delle donazioni fatte da privati e apre spesso le sue porte, lo ha fatto anche per l’ottica, perché il pubblico possa comprendere quanta vita c’è in una donazione e in un trapianto di cornea.
Se ripensiamo al nostro purpose, al perché ogni giorno ci alziamo e andiamo nel nostro centro ottico, non possiamo non credere che il bene più importante, la vista, che la gente ci affida per quanto di nostra competenza, deve essere tale anche per chi è meno fortunato. Tornare alle radici, agli ideali fa bene, oltre che a noi, anche alla nostra impresa.

Nicola Di Lernia

Professione