Congresso Sopti: per i 25 anni “si regala” la Svizzera

L’evento annuale della Società Optometrica Italiana si è svolto a Verona il 19 e 20 gennaio: al centro del confronto la nuova normativa elvetica che amplia le competenze degli optometristi locali

Durante il Congresso Sopti è stata approfondita da Iwan Zanchetta, vicepresidente di Sbao, l’associazione professionale elvetica per l'ottica e l'optometria, la normativa entrata recentemente in vigore in Svizzera per gli optometristi, i quali ora, oltre alle consuete competenze esclusive per occhiali e lenti a contatto, potranno usare anche i farmaci oftalmici topici a fini diagnostici, instillando le gocce per fare un esame della vista: saranno, perciò, in grado di svolgere una prima valutazione della salute visiva con lo scopo di inviare quanto prima all'attenzione medica una persona che presenti eventuali problemi. Dall’intervento al Congresso del professionista svizzero e dal dibattito che ne è seguito è emerso che «l'insieme di formazione superiore, conoscenze scientifiche e buone pratiche rende più agevole incontrare operatori sanitari che offrono servizi specifici e liberano il tempo e le competenze dei medici, che così si possono dedicare alle condizioni più complesse e alla chirurgia», si legge in un comunicato di Sopti.

L’evento di Verona, che voleva anche celebrare i 25 anni di attività della Società Optometrica Italiana, ha fatto registrare come di consueto un vivace confronto professionale e un significativo numero di delegati, intorno ai 150, secondo gli organizzatori. Tra i numerosi esperti italiani e internazionali che hanno partecipato spicca l’intervento di Rigmor Baraas (nella foto, a sinistra, con Stefano Lorè), docente del dipartimento di Optometria dell'Università del Sud Est della Norvegia: con la relazione “La retina come non l’avete mai vista” ha svelato dettagli di grande interesse grazie all’ottica adattiva, una tecnica nata nell'astronomia, che permette di osservare nella retina vivente dettagli delle singole cellule. «La professionista ha, infatti, presentato i primi risultati di una ricerca, ancora in corso, sulla possibilità di predire lo sviluppo dell'errore refrattivo con l'obiettivo a lungo termine di prevenire un eventuale allungamento del bulbo oculare, vista la riscontrata correlazione ad alcune patologie oculari», precisa la nota.

Tra i free paper presenti al Congresso Sopti 2020 particolare interesse ha suscitato l’applicazione di una lente a contatto rigida sclerale in una bambina di 4 anni, «indispensabile per proteggere la cornea, a causa di un'anomalia della sensibilità della stessa, secondaria a un intervento chirurgico al cervello - spiega il comunicato dell’associazione - La complessa applicazione, avviata circa due anni fa, è stata messa a punto dal centro di optometria e ottica di Andrea Polverini, su richiesta dell'Ospedale Gaslini di Genova. E a 22 mesi dall'applicazione della lente tutto procede bene».

(red.)

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