Cataratta, conducenti e il ruolo di ottici e optometristi

Secondo uno studio pubblicato online a fine giugno su Jama Ophthalmology, se una persona alla guida soffre di questa patologia è più facile che sia coinvolta in un incidente stradale nel periodo antecedente l’intervento, mentre tale rischio si riduce una volta effettuata l’operazione chirurgica

Matthew B. Schlenker e i suoi colleghi dell’Università di Toronto hanno condotto un’analisi longitudinale per valutare se la chirurgia della cataratta fosse associata a una riduzione di incidenti stradali gravi in cui il paziente era il conducente. Analizzando le schede di 559.546 pazienti di età superiore a 65 anni, i ricercatori hanno scoperto che ci sono stati 4.680 incidenti durante il periodo di tre anni e mezzo precedenti l’intervento e 1.200 incidenti durante l’anno successivo, con una riduzione del 9% per ogni anno. Per quanto piccola, questa differenza è statisticamente rilevante. Non ci sono state, invece, riduzioni significative di altri eventi, come incidenti stradali in cui il paziente era un passeggero o un pedone. Secondo gli autori, questo studio suggerisce che la chirurgia della cataratta sia associata a una moderata diminuzione del rischio di un grave incidente stradale come guidatore, che ha potenziali implicazioni per mortalità, mobilità e costi per la società.
«Nella realtà italiana questo significa che l’attuale allungamento dei tempi di attesa per l’intervento di cataratta si potrebbe tradurre non solo in un semplice disagio per le persone che vedono male, ma anche in un aumento dei costi economici e sociali derivanti da incidenti stradali – commenta a b2eyes TODAY Laura Boccardo, docente di optometria presso l’Irsoo di Vinci - Un ulteriore aspetto interessante della ricerca in questione sarebbe stato verificare se i soggetti coinvolti negli incidenti portassero delle correzioni ottiche adeguate: la visione cambia molto rapidamente nel periodo precedente l’intervento, per cui ottici e optometristi possono avere un ruolo cruciale nel migliorare le condizioni di sicurezza di queste persone, con controlli frequenti che garantiscano la migliore correzione visiva possibile, compatibilmente con l’aggravarsi della patologia».
(red.)

 

Professione