Francesco Bandello ha avuto personalmente in cura Silvio Berlusconi per circa un biennio, tra il 2013 e il 2014 (nella foto, tratta da ilgiorno.it), quando gli fu riscontrata l’uveite. Successivamente, nel 2016, Francesco Fasce, oftalmologo della stessa équipe, lo operò di cataratta, «che di fatto si era rivelata una complicanza proprio dell’uveite - ricorda ancora al nostro quotidiano Bandello - Come paziente è sempre stato molto… paziente, anche nelle fasi di convalescenza. Inoltre il suo umore era costantemente buono, l’atteggiamento affabile: anche quando si trovava nel nostro reparto mostrava quella capacità di relazionarsi con il prossimo e di creare consenso intorno alla sua persona che è stata alla base del suo successo in tutti i campi in cui si è mosso».
Sono molti i ricordi e gli aneddoti del primario del San Raffaele che riguardano l’imprenditore e politico scomparso il 12 giugno. «Mentre aspettavamo che le goccine per dilatare le pupille facessero effetto, non potendo attendere in sala d’attesa, Berlusconi mi raccontava diversi episodi del suo passato: in particolare di come, da giovane costruttore edile, all’interno di un cantiere proponeva sempre un appartamento già arredato e rifinito, così da convincere più facilmente i potenziali acquirenti, magari incerti di fronte a un palazzo ancora da edificare - racconta Bandello - E poi era empatico non soltanto con noi medici, ma con tutto il personale: agli infermieri, ad esempio, prometteva in regalo le magliette del Milan per i loro figli».
Dopo le cure del decennio scorso l’oculista non ha più avuto occasione di incontrare personalmente Berlusconi. «Le ultime volte in cui è stato ricoverato al San Raffaele non ho voluto interferire con il lavoro dei colleghi, perciò non sono andato a trovarlo - afferma Bandello - Mi spiace però non averlo potuto salutare».
A.M.