Essilux, GrandVision, Vision Group: la storia la faremo ancora noi?

Il destino dei 174 negozi che EssilorLuxottica dovrà cedere in Italia è ancora pendente, ma le prospettive di riposizionamento potrebbero indirizzarsi verso un’area professionale del mercato

A inizio aprile avevo ventilato il rischio che i 174 negozi dell’operazione Essilux-GrandVision potessero essere riscattati da una catena estera votata al prezzo. Una meteora che potrebbe investire il nostro tranquillo mercato del retail succursalista e organizzato, che vede Salmoiraghi & Viganò, Nau!, Fielmann e VisionOttica vivere una sorta di equilibrio che non ostacola neppure l’armonia dell’ottica indipendente. La storia dell’insegna GrandVision nel nostro paese nasce di fatto nel 2016, solo cinque anni fa, con i migliori auspici, attraverso rebranding dei negozi Avanzi e Optissimo e nuove aperture. Nel 2018 arriva un nuovo amministratore delegato, Joerg Mingers, da tutt’altro settore, quasi che GrandVision Italy cercasse una rottura rispetto al passato. Tutto allora faceva presagire un’inversione di tendenza, una particolare attenzione al mondo fashion con un posizionamento di prezzo non banale benché non alto. Le novità in casa GrandVision però non finiscono qui, anzi iniziano. È di quasi due anni fa l’annuncio dell’interesse di EssilorLuxottica per l'acquisizione della partecipazione del 76,72% per gli oltre settemila negozi su scala globale dell’insegna: entro la fine del prossimo luglio l’operazione dovrebbe andare in porto.

La recente dichiarazione di Vision Group conferma che il mercato nostrano dell’ottica conserva ancora una leadership indiscussa. La storia oggi la facciamo ancora noi, anche alla luce dell’interesse di Vision Group sui 174 store GrandVision e VistaSì, che porterebbero continuità alla storia di VisionOttica, l’insegna nazionale del gruppo, nata nel 2008 e costituita da centri ottici che sposano un franchising di servizi senza perdere il loro nome e la loro natura. Se l’operazione prevista da Marco Procacciante andasse in porto, nei prossimi tre anni saremmo di fronte a un mercato a due vie. Non ci saranno solo l’ottica professionale e commerciale a differenziarsi tra loro, ma anche l’alternanza tra quella resiliente al vecchio business e quella che si indirizza verso un futuro dove il cliente chiede più risposte, sempre più vicine alla propria salute e non al semplice occhiale per vederci.

Nicola Di Lernia

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