Un professionista preparato e curioso: addio a Michele Cervellera

L’ottico di Casamassima, in provincia di Bari, è mancato il 28 agosto a 63 anni per il Covid. Attivo da quasi quattro decenni nell’ottica, era uno dei punti di riferimento di Agorà, cooperativa locale che fa parte di Optocoop Italia-Oxo

“Un maestro di vita, che ci ha insegnato ad apprezzarla, guardando oltre le difficoltà senza perdere l’essenza dei suoi valori”. Con questo messaggio i colleghi di Agorà hanno voluto ricordare Michele Cervellera (nella foto). «Da più di vent’anni lottava contro una patologia molto seria, ma contro il coronavirus non ce l’ha fatta - dice a b2eyes TODAY Lorenzo Liaci, presidente della cooperativa pugliese dal gennaio 2020, proprio quando anche Cervellera entrò come consigliere - Nonostante la lunga malattia che lo debilitava si era preso l’impegno di far parte del Cda della nostra associazione, perché, oltre che alla professione, teneva alla cooperazione e voleva che la categoria crescesse sempre». Una crescita espressa dal suo percorso professionale, avviato agli inizi degli anni 80 come informatore scientifico di lenti intraoculari, per poi dedicarsi in ambito commerciale all’ottica e aprire nel 1987 a Casamassima l’Occhialaio, insieme alla moglie, Ada Pastore, dopo essersi diplomato in ottica a Lecce e aver ottenuto la specializzazione in optometria a Bari. È stato, inoltre, sempre con Ada, uno dei soci fondatori di Agorà, circa trent’anni fa, cooperativa di ottici pugliesi indipendenti, successivamente confluiti in Oxo, che oggi conta 25 punti vendita aderenti.

«Persona leale verso tutti, curioso professionalmente, corretto e diretto nei modi, sempre disponibile: Michele era così, con una grande passione per la professione, che lo portava a occuparsi della sala refrazione nel suo centro ottico, a essere attivo a livello sindacale, a insegnare optometria in corsi locali e ad aggiornarsi costantemente, partecipando a eventi, congressi o convention, con una sete di conoscenza e di approfondimento che gli derivavano anche dalle sue prime esperienze lavorative - ricorda Liaci - Faremo di tutto per istituire una borsa di studio presso l’Università del Salento a suo nome: sarà il modo migliore per ricordarlo ed essere vicini alla moglie e alle due figlie, Anya e Patty».

A.M.

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