Ottica Caradonna fa “risuonare” la sua brand identity

L'insegna di Modugno, in provincia di Bari, in occasione del traguardo dei venticinque anni di attività e nel pieno del passaggio generazionale, ha deciso di procedere a un restyling stilistico e concettuale del marchio che oltre al rinnovo del logo, ora accompagnato dal payoff “Dedicata ai tuoi occhi”, prevede anche un’operazione di sound branding

«Da che, circa quattro anni fa, abbiamo scelto di tornare a essere indipendenti, abbiamo anche capito l'importanza di divenire un vero e proprio marchio: un percorso strutturato e studiato ad hoc ci ha permesso di raggiungere l’obiettivo - spiega a b2eyes TODAY Nico Caradonna (nella foto, da sinistra, con il padre Cosimo e il fratello Alessandro nel loro centro ottico di Modugno) - Nel momento in cui lo diventi, devi avere il giusto vestito con cui farti riconoscere come tale, perciò negli anni abbiamo lavorato su tutti quegli elementi visuali, ovvero la brand identity, che potessero in qualche modo compendiare il nostro mondo e ciò che si vede di noi, creando una coerenza tra ogni nostra forma di espressione e ciò che siamo».

La novità che i professionisti del centro ottico barese hanno però ora voluto introdurre prescinde da una comunicazione del marchio che faccia perno esclusivamente sull’aspetto visivo, ma coinvolge il suono. L’idea del sound branding da affiancare al rinnovamento del logo è nata da un lato dall’interesse per i cinque sensi e il loro legame che Nico Caradonna da anni coltiva, in varie forme e con diverse iniziative, come il progetto MyPerception, e in parte dalla sua curiosità verso ciò che di innovativo nel marketing accade in altri settori, apparentemente molto distanti dall’ottica. «Con il nostro team abbiamo realizzato che, nel riposizionare il marchio di Ottica Caradonna, avevamo bisogno di un coinvolgimento sensoriale del pubblico a un livello superiore, capace di ricordare i nostri valori anche a livello sonoro, e abbiamo sviluppato il primo sound branding del settore, che verrà veicolato ogni volta che pubblicheremo dei contenuti video sul web: un metodo nuovo di comunicazione che stiamo studiando come introdurre anche all’interno del punto vendita, non solo nell’ambiente virtuale», prosegue Caradonna.

Insieme a un’artista si è perciò cercato di capire quali suoni potevano in qualche modo avvicinare il mondo del centro ottico, partendo da tre concetti principali: l'armonia, la ritmica e la melodia. «L’armonia rappresenta l'esperienza di mio padre Cosimo, il pilastro che sostiene da sempre l’attività da lui fondata nel 1995 - rivela l’ottico pugliese - Quindi c'è la ritmica, la parte percussiva, rappresentata dall’artigianalità di mio fratello Alessandro che “batte” i suoi strumenti per costruire gli occhiali, che scandisce i tempi lavorativi, cuore pulsante della produttività aziendale, perché tutto viene fatto all'interno del suo laboratorio. Infine c'è la melodia, l'elemento musicale più facilmente individuabile e immediato da ricordare, che è rappresentato dal mio modus vivendi, dalla mia continua ricerca del rinnovamento oltre che dal mio essere la voce dell'azienda». Ne è nato un suono di circa 16 secondi, eseguito attraverso l'arpa di vetro, dal carattere retrofuturistico, di connubio tra le diverse anime della tradizione, dell’artigianalità e dell'innovazione, che sottolinea il saldo legame alle origini ma anche la volontà di guardare al futuro. La scelta dell'arpa di vetro richiama ancora una volta la tradizione, con la lavorazione manuale delle lenti in questo materiale che Cosimo eseguiva agli inizi della sua attività.

«Dopo 25 anni siamo nel pieno del cambio generazionale e nella necessità di mutare passo senza stravolgere noi stessi - conclude Caradonna - Questo è un modo per dare un segnale al mercato e al nostro pubblico, per dire che siamo sempre noi, ma stanno evolvendo le modalità di essere presenti. Vogliamo continuare a essere quelli che poggiano su un passato importante capace di trasmettere fiducia e sicurezza, ma che sperimentano e fanno cose nuove capaci di sorprendere la clientela, perché ciò rappresenta la nostra identità».

N.T.

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