Lockdown e miopia, esiste una relazione?

A suggerirlo è uno studio pubblicato all’inizio di quest’anno da un team di ricercatori cinesi su Jama Opthalmology, secondo cui esisterebbe un legame fra l’aumento dell’incidenza del difetto visivo tra i bambini e le ore trascorse in casa davanti agli schermi durante la pandemia a discapito delle attività all’aperto

La ricerca è stata condotta su oltre 123 mila bambini, il 52% dei quali maschi, di età compresa tra i 6 e i 13 anni, di dieci scuole elementari della città cinese di Feicheng, monitorati dal 2015 al 2020 all’inizio di ogni anno scolastico. 
Dai dati emersi dallo studio, lo sviluppo della miopia sarebbe stato maggiore nell’ultimo anno. I risultati, ottenuti sottoponendo a test refrattivi gli alunni, infatti, mostrano un sostanziale spostamento miopico (-0,3 diottrie) dopo il lockdown, evidenziando nel 2020 un peggioramento da 1,4 a 3 volte maggiore rispetto ai cinque anni precedenti, ulteriormente marcato nei più piccoli, che risultano particolarmente sensibili ai cambiamenti ambientali e dunque maggiormente soggetti allo sviluppo della miopia. Si sarebbe verificato un aumento del 21,5% per i bambini di sei anni rispetto al 5,7% degli anni precedenti, e del 26,2% e 37,2% per i soggetti di 7 e 8 anni, che nel tempo avevano registrato un peggioramento rispettivamente del 16,2% e 27,7%. La ricerca ha sottolineato un incremento, minimo, anche nella fascia di età tra i 9 e i 13 anni. L’incidenza della miopia in condizioni di confinamento prolungato in questo caso è da indagare con ulteriori studi, necessari anche per valutare la possibilità di generalizzare i dati (immagine tratta da Freepik).
(red.)

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