La sedentarietà fa male, anche all’ottico

Secondo fonti specializzate, il mercato globale degli occhiali sportivi aumenterà in modo considerevole tra il 2021 e il 2025. Già nel 2020 si stava sviluppando a un ritmo costante: con l’adozione di ulteriori strategie da parte dei principali attori, dovrebbe crescere ancora nell’orizzonte previsto

Lo sport fa bene. Lo dice il medico quando ci consiglia i diecimila passi corrispondenti ai circa sette chilometri che ci distanziano giornalmente da una vita sedentaria. Lo dicono gli psicologi ai genitori per i loro figli. Lo sport aiuta la relazione, la sana competizione e forma il carattere dei nostri giovani per le sfide del futuro. E fa bene anche al settore della moda. Oggi non si fa sport vestendosi a caso. Ci sono soluzioni tecniche per pochi e di estetica per la maggioranza. Come al solito si parla molto di scarpe e di tute e pochissimo di montature sportive. Almeno nell’ottica, che su questo segmento appare del tutto sedentaria, a traino di un mercato che si rivolge soprattutto all’online, ai monomarca e alle grandi superfici, in grado di offrire qualsiasi tipo di equipaggiamento. L’ottica è nella stessa condizione di chi inizia una dieta non partendo dal movimento: vende pochi occhiali sportivi perché ci sono già tanti a commercializzarli o ne vende pochi perché ha deciso così e altri si sono accaparrati questo mercato in netta evoluzione?

Se analizziamo alcuni atteggiamenti del retail ottico in Italia, riscontriamo la diffusa indifferenza nel realizzare vetrine stagionali dedicate allo sport e al tempo libero. Da Giorgio Armani in poi, abbiamo sdoganato la montatura griffata: non importa di chi sia, basta che abbia un nome e un volto. Non è successo così con lo sport. I pochi appigli nascono da situazioni locali, dove una disciplina, come il ciclismo o lo sci, ad esempio, è di casa, ma quasi mai dal desiderio di rispondere alle esigenze del pubblico: non ci siamo riusciti completamente nemmeno con le montature tecniche graduate o dove sono previste lenti neutre performanti per la visione all’aria aperta. Sono segnali deboli che lasciano la possibilità agli attori esterni di impadronirsi della crescita mondiale prevista su questo mercato per i prossimi anni, concedendo l’ennesima fuga in avanti che ha già coinvolto numerose merceologie, anche importanti.

Peccato che in ogni centro ottico non ci sia uno sportivo che si prenda a cuore il tema della montatura e delle lenti protettive. Peccato che siano ancora in pochi quelli che credono che un occhiale da vista per lo sport fatto bene possa favorire una migliore performance del soggetto anche alla guida di un’auto o di una bicicletta. Peccato, perché i competitor, che siano online, in piccole o grandi superfici, non hanno le competenze dell’ottico per poter offrire la montatura giusta e soprattutto la lente migliore. L’ottico in Italia è sedentario, sovrappeso per indole o tradizione familiare acquisita. Perché dovrebbe cambiare stile di vita?

Nicola Di Lernia

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