È quanto dichiarato domenica scorsa all’ottavo Congresso dell’Associazione dei laureati in Ottica e Optometria da Alfonso Vuolo, docente di Diritto costituzionale all’Università Federico II di Napoli e consulente legale dell’organismo
«Sarebbe ora di farsi carico delle legittime aspettative degli optometristi italiani, che meritano di essere recepite dalle istituzioni: il quadro normativo dà loro ragione, perché dopo l’approvazione della 3/2018, meglio conosciuta come Legge Lorenzin, e il decreto del ministero della Salute del 23 marzo sempre del 2018 bisogna solo aggiornare il decreto 328 del 2001, non in linea con le indicazioni emerse dalla normativa approvata tre anni fa - ha affermato Alfonso Vuolo - Le ragioni sono state riconosciute dal mondo accademico e hanno il sostegno della Federazione nazionale degli ordini dei chimici e fisici e del Consiglio universitario nazionale. Non vanno, inoltre, dimenticati gli indirizzi giurisprudenziali che si sono verificati nel tempo, i quali hanno marcato una sensibile differenza tra il percorso di studi in optometria e quello in ottica: l’optometrista è una figura intermedia tra ottico e oculista, pur non avendo la pretesa di essere equiparata a quella dell’oftalmologo». Secondo Vuolo, dunque, va ipotizzato in prima battuta di seguire ancora una volta un percorso istituzionale, «ma questa situazione di stallo deve essere superata – ha detto al Congresso Aloeo - Se non lo fosse, dovremo seguire la via giurisdizionale».
Sulla stessa linea è apparsa anche Celeste D’Arrando (nella foto, tratta da Facebook), la parlamentare del Movimento 5 Stelle che dall’inizio segue l’iter di definizione delle competenze di chi fa parte dell’Ordine dei chimici e dei fisici. «Quello che più mi fa arrabbiare è essere qui da oltre tre anni senza avere risposte, non tanto dal Parlamento ma dal governo, nonostante i numerosi incontri organizzati, anche con lo staff del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, e con Rossana Ugenti, direttore generale delle professioni sanitarie presso il medesimo dicastero - ha sottolineato D’Arrando all’evento Aloeo - Continuerò a combattere sul fronte dei chimici e fisici, ma anche su altre questioni: la Lorenzin è del 2018 e mancano ancora decreti attuativi su tanti aspetti, ad esempio quelli che riguardano i tecnici di laboratorio».
La parlamentare ha ricordato la grande collaborazione in corso tra Aloeo e le istituzioni, ma anche che quanti dovevano dare delle risposte avrebbero fatto presente più volte come risulti evidente una mancanza di coerenza tra i diversi soggetti coinvolti. «Auspico una sinergia tra oculisti, ortottisti e fisici optometristi, perché bisogna lavorare insieme per un obiettivo comune - ha aggiunto D’Arrando - Dal Miur e dal Mur continuo a non avere risposte, ma forse occorre un’azione più incisiva chiedendo un incontro proprio al ministero dell’Università e della Ricerca: sto comunque già seguendo altri canali, perché queste lacune legislative non vanno a colpire solo gli optometristi, ma anche il pubblico finale, che in tal modo non ha chiarezza sui ruoli e le attività delle singole professioni, con una guerra tra categorie che non aiuta nessuno».
A.M.