Retinoblastoma, salvare gli occhi dei bimbi è possibile

Attualmente le strategie contro questo tumore prevedono, ogni qual volta sia possibile, di evitare l’enucleazione del bulbo oculare e di procedere con la chemioterapia associata a un trattamento con laser o crioterapia. Come riporta corriere.it, al policlinico senese Santa Maria alle Scotte è stato, però, messo a punto un trattamento innovativo che consente di risparmiare ai piccoli pazienti gli effetti collaterali della chemioterapia, di ridurre i cicli di cure e abbreviare l’ospedalizzazione, con un sensibile miglioramento della qualità di vita. «Questa nuova opportunità terapeutica - spiegano Doris Hadjistilianou, responsabile del centro retinoblastoma dell’Unità operativa di Oftalmologia, e Carlo Venturi, direttore di Neurointerventistica a Siena - consiste in una tecnica di chemioterapia selettiva in arteria oftalmica. Ovvero, attraverso un catetere sottilissimo e flessibile che viene introdotto all’altezza dell’inguine nell'arteria femorale, possiamo arrivare fino all’arteria oftalmica da cui origina l’arteria centrale dell’occhio e somministrare selettivamente una sostanza chemioterapica attiva ed efficace, con minima invasività oculare, che aggredisce il tumore e che ha bassissima tossicità per la retina».
(red.)

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