Professione ottica: no al “divide et impera”

«Mi sembra che sia ben visibile una notevole capacità di sprecare il maggior numero possibile di risorse e occasioni per raggiungere il minor risultato concepibile - afferma un ottico umbro (di tutti abbiamo voluto rispettare l’anonimato su questo portale, ndr) - Sì, forse sono un po' disilluso, ma ho vissuto quasi tutte le promesse e le disillusioni di una categoria potenzialmente grande, ma “strappata” da troppe primedonne...divide et impera!»
Gli fa eco una collega: «La vedo dura anch’io, perché ognuno guarda al proprio interesse e basta, ci sono troppe rivalità e menefreghismo, infatti abbiamo una categoria che è invisibile rispetto ad altre....speriamo in bene...».
Ancora più laconica un’imprenditrice ottica pugliese: «Il dialogo non serve, ne abbiamo parlato già tanto, forse è arrivato il momento di pensare, di abbandonare il desiderio di diventare ottici-optometristi....».
A.M.

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