Intercast: Parma chiude perché va male anche la Thailandia…

Non è emersa nessuna novità sostanziale dal tavolo delle trattative di martedì 17 aprile, presso l’Unione industriali parmense, tra la proprietà americana e le rappresentanze sindacali sul futuro dei 59 dipendenti di Intercast (nella foto durante il presidio). «Camsuzou ha dimostrato, tramite alcune slide, che le perdite del gruppo non si riferiscono solo allo stabilimento di Parma, ma anche a quello in Thailandia – spiega a b2eyes.com Vincenzo Vassetta, segretario provinciale Filctem Cgil – Perdite che nel 2012 giustificherebbero, quindi, la chiusura di Intercast». I sindacati, come sottolinea Vassetta, hanno comunque espresso le proprie perplessità sulla decisione. «Sicuramente la chiusura di Intercast è frutto di strategie sbagliate non di questi ultimi mesi, ma susseguitesi negli anni – dice il segretario provinciale – Purtroppo, a mio avviso, la proprietà americana non ha saputo valorizzare la realtà italiana e il suo know how, sia in termini di produzione sia di ricerca: è una follia far sparire del tutto questa azienda».
A conferma di questa posizione, le rappresentanze sindacali non hanno ancora sottoscritto nulla con la proprietà americana, ma hanno chiesto per il prossimo incontro, fissato per il 26 aprile, ulteriori dettagli sui dati contabili. «In particolare, vogliamo confrontare il costo della lavorazione di una lente presso la filiale emiliana e quello presso il nuovo fornitore, Mazzucchelli 1849 di Castiglione Olona, in provincia di Varese, al quale, già da alcuni mesi, si era deciso di affidare la produzione di CR39, core business italiano di Ppg-Intercast, per capire effettivamente quale possa essere il risparmio di questo outsourcing».
F.T.

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