La tavola rotonda, coordinata da Danilo Fatelli, che ha preceduto la descrizione del progetto ha ancora una volta evidenziato le divisioni sulla figura professionale dell'ottico e dell'optometrista, oggi e in proiezione futura, nel nostro paese. Secondo Andrea Garagnani, presidente di Assogruppi Ottica, i tre aspetti fondamentali dell'attività, cioè professionale, delle relazioni con il consumatore e gestionale, hanno pari dignità ma vanno seguiti dalla medesima figura, l'ottico optometrista, senza alcun tipo di sudditanza nei confronti della classe medica, anzi in totale libertà, pur naturalmente nella reciproca collaborazione. Di diverso avviso, invece, Riccardo Perdomi, presidente di Andom, che ha preso a modello il sistema francese, dove l'oftalmologo ha in mano totalmente l'attività professionale, refrazione compresa, con la collaborazione di alto livello dei fornitori, e l'ottico svolge un ruolo di dispensatore dei dispositivi prescritti dal medico. Dalla platea è quindi intervenuto Vittoriano Farsetti, presidente di Fio-Confesercenti, che ha ricordato come oggi sia impensabile immaginare una figura unica che faccia tutto all'interno di un centro ottico e, tanto meno, una dipendenza dalla classe medica: è arrivato, perciò, il momento di scindere le due figure professionali, con l'ottico da una parte e l'optometrista, magari specializzato in contattologia, dall'altra. Laconico il commento di Paolo Pettazzoni, vicepresidente Anfao, all'interno della quale è responsabile per il gruppo delle lenti oftalmiche: «Queste divisioni purtroppo contribuiscono a rendere ancora più incerta l'attuale situazione di mercato per l'ottica in Italia».
A.M.
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