Federottica Torino: via le fotocopie dei diplomi e spazio all’occhiale accessibile

Come è nata Federottica Torino?
L’idea è nata dalla volontà e dall’esigenza di un gruppo di ottici di organizzare e partecipare a corsi di aggiornamento, venuti meno dopo l’abolizione da parte del governo degli Ecm. Siamo quindi partiti proprio da qui, valutando la possibilità di riunirci in un’associazione e ripristinando la vecchia Assopto Torino che, per vari motivi, si era sciolta tempo fa. Preciso che la vecchia realtà non ha nulla a che fare con la nuova. Federottica Torino è stata, infatti, costituita ex novo: è un’associazione no profit, nata per rappresentare la categoria e, pur aderendo a Federottica, di cui sposa progetti e filosofia, è assolutamente indipendente. L’iniziativa ha preso vita a fine maggio con un primo incontro tra gli ottici, in cui si è discusso delle problematiche principali della categoria e in cui si è evidenziata la necessità di un’assistenza, sia dal punto vista amministrativo sia fiscale, ma soprattutto è emersa la necessità di confrontarsi. Credo, infatti, che solo dal confronto diretto con i propri colleghi possano nascere nuove idee e nuovi progetti. Dal punto di vista sindacale abbiamo appena cominciato: il team è formato da ottici, specializzati in ambiti diversi, tutti giovani e soprattutto volenterosi e desiderosi di migliorare la propria attività.
Il 10 settembre c’è stato il primo incontro che ha sancito la nascita dell’associazione? Qual è stato il riscontro dei partecipanti?
Ottimo: è stato il primo evento a Torino in grado di riunire oltre 150 ottici optometristi. L’intenzione era quello di conoscerci e di condividere le nostre esperienze.
Quali saranno i primi obiettivi da raggiungere?
Innanzitutto vogliamo veder sparire la fotocopia del diploma in più centri ottici: è una pratica utilizzata da chi ha più negozi, per limitare gli investimenti sui costi del personale e per far figurare comunque la presenza di un professionista. Inoltre, da subito, abbiamo attivato una politica basata sul prezzo accessibile: vogliamo migliorare la qualità del servizio al consumatore, sensibilizzando e avvicinandolo a un prodotto abbordabile, offrendogli un occhiale completo a 60-80 euro. Ricordiamo che oggi il 50% delle pensioni non arriva a 1.000 euro, il 30% a 500 euro e i dati sulla disoccupazione sono molto preoccupanti. Per noi l’occhiale è un diritto alla salute e con questa proposta vogliamo eliminare il fenomeno della scontistica selvaggia, del 3x2 ad esempio o, ancora, l’utilizzo di coupon offerti da Groupon o Groupalia, cui siamo fortemente contrari, in quanto sviliscono la nostra professionalità. L’unica pratica lecita, già regolamentata a livello nazionale, è quella dei saldi, con cui intendiamo sconti su occhiali da sole e non su lenti oftalmiche o su montature da vista obsolete. Inoltre, durante la serata di inaugurazione dell’associazione, abbiamo presentato un tariffario inerente alle prestazioni, che possono andare dal controllo della vista all’applicazione delle lenti a contatto. Questo per non sminuire la qualità dei nostri servizi.
Quali sono i progetti nell’ambito della formazione?
Dai nostri incontri è subito emersa l’esigenza di corsi di formazione che non riguardassero, però, solo la sfera dell’aggiornamento professionale: quello che manca e che serve è anche una formazione che riguardi la gestione fiscale e amministrativa del punto vendita. Nel senso più ampio di formazione, ci piacerebbe prendere contatto anche con le scuole: qui a Torino, oltre all’università, esiste, infatti, un istituto statale di ottica, nato tre o quattro anni fa. Quello che vorremmo fare è andare a parlare ai ragazzi e alle loro famiglie per spiegare loro che il lavoro di ottico è uno dei più ricercati, dopo quello di fisioterapista, e che quindi hanno ottime prospettive per trovare un impiego futuro.
F.T.

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