Caso Asolo: l’ottico non può supplire alla disorganizzazione delle Usl

Il responsabile della più grande realtà territoriale di oftalmologi, che rappresenta un migliaio di specialisti tra Veneto e Friuli Venezia Giulia e che fa riferimento alla Soi, ci teine a precisare di aver sempre «smussato ogni tipo di polemiche tra oculisti e ottici – spiega a b2eyes.com Piermarocchi – ma qui siamo di fronte a qualcosa che si avvicina all’abuso professionale, soltanto per tamponare una disorganizzazione interna all’Usl locale». Il numero uno della Società Oftalmologica Triveneta sottolinea, tra l’altro, che sono stati per primi i medici di base ad aver rifiutato il suggerimento di dirottare i pazienti dall’ottico anziché all’oculista per alleggerire le liste d’attesa. «Se mi fa male un piede, vado dall’ortopedico o dal calzolaio? – si chiede provocatoriamente Piermarocchi – Se le strutture sanitarie e le amministrazioni locali non sono in grado di fornire determinate prestazioni, lo dicano apertamente e facciano delle scelte politiche: ad esempio escludano le visite oculistiche dalla gamma di prestazioni offerte e diano la possibilità ai cittadini di scegliere altre soluzioni».
A.M.

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