«Sul “made in” non abbiamo saputo fare lobby»

«Una guerra fratricida non fa bene né all’occhialeria né al nostro territorio. È inutile, insensata e stupida». Parte da questa constatazione, spiegata nei giorni scorsi al Corriere delle Alpi, l’analisi di Lorraine Berton (nella foto), presidente di Sipao, coinvolta dai rappresentanti delle piccole imprese bellunesi nello scontro sul mancato inserimento dell’occhiale tra i prodotti extraeuropei da marchiare con il “made in”. «È giunto il momento di fare le regole, ma le dobbiamo fare noi, condividendole. Basta con le imposizioni dall’alto», ha sottolineato nell’intervista.
Pur meravigliata dall’assenza degli occhiali nel regolamento recentemente approvato dal Parlamento europeo, il numero uno dell’associazione che rappresenta le medie e grandi aziende del Cadore ha preferito evitare toni provocatori, confrontandosi con i propri associati e con l’Anfao. «La presidenza di Eurom è italiana e non possiamo lavarcene le mani – ha dichiarato Berton – Detto questo, è molto facile addossare tutte le colpe a un presidente, che in questo caso rappresenta tanti paesi». Quindi dove si è rotto l’ingranaggio? Berton fa intendere che le pressioni sui parlamentari europei possano essere arrivate da altri stati che hanno meno interesse a rendere riconoscibile il loro prodotto. «Semmai il problema di Anfao è di non aver preso alcuna posizione – ha tuttavia aggiunto - Purtroppo si capisce l’importanza di essere ben rappresentati solo in momenti di crisi come questi».
(red.)

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