«Gli errori sono come i figli, quando li hai fatti li devi mantenere»

«Oggi, dopo i grandi cambiamenti intervenuti nell’ultimo decennio, nessuna persona ragionevole e in buona fede pensa che, obbligando gli ottici a prendere una laurea in optometria e chiudendo le scuole di ottica, le difficoltà di contesto e di settore sarebbero risolte – sostiene Fatelli - Così, Federottica sta cercando di trovare una via di uscita dall’impasse in cui si è cacciata, inventandosi nemici su cui scaricare i suoi problemi o improbabili alleanze, dopo anni di ostinato isolamento, silenzio e di rifiuto al dialogo. I nemici, naturalmente, sono tutti quelli che non condividono le politiche di Federottica, egemonizzanti l’intera categoria, focalizzate su un unico obiettivo non condiviso dalla stragrande maggioranza della base degli imprenditori indipendenti del settore».
Fatelli ricorda come «i primi nemici sono stati individuati nelle persone e negli enti firmatari della protesta contro la birichinata del “Milleproroghe” - nei confronti dei quali è stato organizzato un feroce boicottaggio - e, recependo con ritardo gli umori della categoria, nel diavolo della categoria, cioè le catene, come tali non meglio identificate, se è vero che alcune si annidano, ahimè, anche nel campo amico. L’elenco dei temi fuorvianti, rispetto agli interessi degli imprenditori indipendenti della distribuzione ottica (come membro di Confcommercio questi dovrebbero essere il suo scopo sociale e ragion d’essere), potrebbe continuare con quello dell’“ottico fabbricante”, che ha consentito una sua innaturale collocazione all’interno del sistema produttivo o con la creazione arbitraria di un ordine professionale che, tenuto conto della legislazione e della sua evoluzione della materia, tale non può essere».
L’esperto ritiene che, a conferma dell’assunto iniziale, è arrivata l’ultima pensata: quella della ricerca di un accordo con Federfarma, la potente associazione dei proprietari di farmacie che inquadra il 90 per cento delle oltre 17.000 farmacie presenti in Italia, «il cui obiettivo sembrerebbe essere quello di legittimare la vendita di prodotti oftalmici in farmacia, ma si badi bene, solo in farmacia – sottolinea Fatelli - Per peso economico e rilevanza politico/sociale, fra il mondo della farmacia e quello dell’ottica esiste un enorme disequilibrio, naturalmente a favore della prima. Non si conoscono esempi di punti di vendita ottici che includono una farmacia, mentre sono noti quelli di farmacie che inglobano, anche in Italia, reparti di ottica. Più in generale per i volumi che muove e l’importanza, anche negativa, che il sistema salute ha, le associazioni di categoria (oltre a Federfarma, FOFI dell’ordine dei farmacisti e quella dei produttori del farmaco, Farmidustria) costituiscono un sistema lobbistico protetto dalla legge, da una forte presenza nel Parlamento e dalla necessità del paese di alleggerire la pressione sul Sistema Sanitario Nazionale. Con queste premesse cercare di condividere il mercato dei farmaci e degli strumenti di correzione della vista, invece di rivendicare l’esclusiva della specializzazione ottica, appare quantomeno autolesionistico e per di più farlo arbitrariamente in nome di tutta la distribuzione ottica, mentre le associazioni e gli organismi di rappresentanza non risultano essere stati consultati, è arbitrario e illegittimo».
(red.)

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