Retail: la casalinga di Voghera non si accontenti dei premontati

All’Anteprima del Progressive Business Forum 2021, on air il 5 luglio, i vertici di Vision Group e Oxo, che insieme rappresentano oltre un terzo dei centri ottici indipendenti italiani, si sono confrontati con classe medica e industria sui limiti che ancora frenano la penetrazione delle progressive nel mercato interno

Per il retail associato le parole chiave per dare una spinta alle lenti progressive sono formazione agli ottici e comunicazione al consumatore finale. «Il ruolo della filiera è capitalizzare i successi nello sviluppo delle tecnologie ottenuti dalle aziende oftalmiche – ha affermato Massimo Barberis, direttore generale di Optocoop Italia-Oxo - Per essere rilevanti bisogna essere competenti e per questo puntiamo alla formazione dei nostri ottici, con protocolli di vendita interna».

Per colmare il gap nelle vendite delle progressive personalizzate fra l’Italia e il resto dell’Europa, Marco Procacciante propone di comunicare correttamente ai primi presbiti: alla figura della cosiddetta casalinga di Voghera «direi che non bisogna rimandare la visita ai primi segnali di presbiopia e non bisogna accontentarsi di soluzioni come i premontati – ha ricordato l’amministratore delegato di Vision Group - È necessario, invece, suggerirle di investire sulla qualità, rivolgendosi agli oculisti per verificare lo stato di salute dei propri occhi e a centri ottici professionali per il dispositivo più idoneo alle sue necessità. Questo è il messaggio univoco che come filiera dovremmo trasmettere e ne avremmo beneficio tutti».

In un confronto serrato, ma dai toni pacati, Matteo Piovella ha voluto suggerire una precisazione al riguardo. «Dobbiamo fare gruppo e acquisire credibilità, veicolando un messaggio condiviso all’utente finale – ha detto il presidente della Società Oftalmologica Italiana - Ognuno poi proporrà la propria soluzione: il consiglio alle aziende e al retail è di non parlare più di benessere visivo, perché non è di vostra competenza. Rischiate di veicolare una comunicazione tendenziosa, in quanto il soggetto considera questa espressione come sinonimo di salute della vista. Dal retail mi aspetto la migliore soluzione visiva possibile per il mio paziente al quale presenterete la tecnologia delle progressive». Barberis ha fatto presente quelle che sono le difficoltà di tradurre al consumatore in termini semplici l’innovazione che sta dietro una lente progressiva e se può essere corretto parlare di performance. «Non voglio impormi, ma non può essere un’azienda a spiegare al cittadino quali soluzioni adottare – ha precisato Piovella - A volte usare una parola al posto di un’altra può creare confusione».

L’intervento dell’oculista Luigi Mele ha sintetizzato i vari elementi emersi dal confronto. «Cara casalinga di Voghera, il benessere visivo si snoda attraverso la salute visiva, la cura delle malattie visive e il miglioramento delle performance visive: vada dall’oculista per accertare di non avere patologie e poi si rivolga all’ottico per la soluzione visiva migliore – ha sottolineato Mele - La progressiva può essere più o meno personalizzata a seconda delle necessità». Gli ha fatto eco ancora Piovella. «Da questo dibattito si nota un’assenza di coesione perché ci sono piccole cose da smussare – ha concluso il presidente Soi - L’obiettivo rimane sempre che tutta la filiera possa dare il massimo nell’ambito delle proprie competenze, salvaguardando la vista delle persone. Sotto questo ombrello ogni divergenza si può superare e i risultati che si prospettano sono positivi per tutti» (nella foto, da sinistra, Barberis, Procacciante e Piovella all'Anteprima Progressive Business Forum 2021).

F.T.

 

Lenti oftalmiche