Federottica contro ricettazione e mercati paralleli

«Ho cercato di porre in evidenza il problema della sicurezza, il Veneto è purtroppo noto per i furti, quasi non c’è negozio che non sia stato colpito – dichiara a b2eyes.com Giorgio Rocchi, presidente di Federottica Treviso, che nei giorni scorsi ha incontrato insieme a Confcommercio i Carabinieri della provincia per discutere dell’emergenza – Siamo in una situazione di allarme totale, non possiamo non fare qualcosa per fermare queste bande, talmente organizzate che ci troviamo perennemente in guerra con la criminalità. Serve un lavoro di intelligence e le forze dell’ordine sono pienamente disponibili a recepire qualsiasi segnalazione o aiuto noi possiamo dare da un punto di vista investigativo. Negli ultimi 15 anni i furti nei centri ottici hanno alimentato le aperture di un gran numero di negozi nell’Est Europa e le vendite di merce online con costi decisamente anomali rispetto alle ragionevoli logiche commerciali. Evidentemente si tratta di furti su commissione, su determinate linee e brand: infatti, vengono presi di mira grandi negozi dotati di rastrelliere dove sono classificati perfettamente i marchi e che vengono letteralmente ripulite, mentre altre restano intatte». L’azione portata avanti dall’associazione della provincia veneta è stata raccolta da Federottica nazionale che ha lanciato la campagna Anti-ricettazione 2015. «È dal territorio che nascono le iniziative che la federazione implementa a livello nazionale e così è stato anche in questo caso – spiega al nostro portale Stefano Bertani, segretario nazionale di Federottica – Abbiamo, quindi, uniformato e reso disponibile la campagna a tutte le territoriali, dato che il problema dei furti interessa l’intero paese». Gli iscritti possono scaricare e stampare materiali da esporre nel punto vendita con cui si invitano i consumatori a “Non comprare prodotti di dubbia provenienza”, come recita il claim sui manifesti (nella foto), ma a rivolgersi a un centro ottico di fiducia. «L’obiettivo è sensibilizzare il consumatore sul fatto che acquistare l’occhiale attraverso canali non ufficiali espone a dei rischi, anche perché l’utente finale non è in grado di distinguere l’occhiale corretto ma rubato da quello contraffatto o che non ha neppure le caratteristiche di protezione di base, perché magari è un prodotto non realizzato a norma – prosegue Bertani - Questo è anche un grandissimo problema sociale: l’utente oggi deve capire che se va in un centro ottico ha un prodotto certificato, ha di fronte un professionista, una persona in grado di fornirgli l’ausilio migliore, se si rivolge a canali diversi può andare incontro a seri problemi».
N.T.
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