Si tratta di modelli speciali per non vedenti e ipovedenti, selezionati tra i lavori degli studenti di un nuovo corso per il secondo anno della specializzazione Shoes and accessories
Si chiama Inclusive and adaptive design e iniziato, come prima edizione, a ottobre 2020 si è concluso lo scorso febbraio. Condotto dai docenti Mia Vilardo e Riccardo Polidoro riguarda la progettazione di prodotti “in grado di incontrare le esigenze di chi non si sente rappresentato da una moda genericamente pensata”. Quattro gli ambiti: genere, età, etnia, disabilità. Per il primo, ci sono zaini e borse adattabili a corpi di qualsiasi genere. Per l’età ci sono giochi di carte o di altro tipo, che interessano tutte le età e scarpe e borse con collegamenti ai giochi. Per l’etnia, nei tessuti usati c’è un riferimento alla natura e negli accessori c’è sempre qualcosa che caratterizza il luogo d’origine.
Per la disabilità si sono presi in considerazione i non vedenti e gli ipovedenti. Oltre a puntare su tessuti con colori associati a essenze profumate per aiutare gli abbinamenti, si è sfruttata la tecnologia digitale. Stivaletti e occhiali sono dotati di Gps. Removibile e intercambiabile questo comunica direttamente con una app per aiutare negli spostamenti e suggerire percorsi in cuffia. Gli occhiali poi posseggono una telecamera anteriore che può leggere libri ed etichette di prodotti e trasmettere il contenuto via audio direttamente sugli auricolari inseriti nelle aste (nella foto). Per ora sono solo un progetto con disegni e un rendering in 3D, ma la comprovata validità delle tecnologie utilizzate fa sperare in una realizzazione.